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Una guerra silenziosa, che sta mietendo vittime sia tra i gorilla, ormai scomparsi, sia tra chi sta tentando di proteggerli, i ranger.
È successo di nuovo. Un altro ranger, Patrick Muhayirwa 26 anni, è morto durante un’imboscata tesa dai guerriglieri Mai Mai. Il ranger, secondo le autorità del parco, era in pattuglia insieme all’esercito militare della Repubblica Democratica del Congo, quando è stato raggiunto dai proiettili provenienti dai fucili dei guerriglieri Mai Mai.
Un secondo agente, Jean Claude Muhindo Mastaki, è rimasto gravemente ferito durante l’attacco. Soccorso è attualmente in condizioni stabili. Sono ormai più di 150 i ranger uccisi dal 1990, secondo l’amministrazione del parco, mentre è dello scorso settembre l’ultima vittima registrata. Una guerra silenziosa quella che si sta consumando nella Repubblica Democratica del Congo, tra i ribelli da una parte e l’esercito regolare e i ranger dall’altra.
Sono sempre più numerosi gli atti di violenza perpetrati durante le normali operazioni di pattugliamento all’interno di quello che è il parco più antico di tutta l’Africa, il Virunga National Park e ultima protezione per i gorilla di montagna o gli elefanti.
All’interno del parco nazionale, sopravvivono infatti gli ultimi 800 gorilla di montagna del pianeta. Sterminati negli anni dall’avidità dell’uomo. Un mammifero così vicino a noi e così pacifico che pare impossibile lo si possa uccidere per le mani o qualche altro orribile trofeo. E più la popolazione diminuisce, più probabilmente, salgono i prezzi e più feroce si fa la caccia.
Caccia la quale tentano di fermare i ranger del parco, ormai in serio pericolo ad ogni uscita. “Muhayirwa era un ranger giovane e altamente dedicato e tutto il parco è in lutto per la sua perdita. Desideriamo estendere le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia. La sua morte è una tragica perdita per il Parco Nazionale del Virunga, e saremo sempre grati per il suo servizio al suo paese”, ha dichiarato il direttore del parco Emmanuel de Merode. “I nostri pensieri vanno anche al ranger Mastaki, alla moglie e ai quattro figli, e gli auguriamo una rapida e completa guarigione”.
Ecco perché i ranger offrono la loro vita per proteggere gli ultimi esemplari di gorilla di montagna: lo scorso ottobre una femmina aveva dato alla luce la prima di coppia di gemelli mai registrata nel parco (purtroppo scomparsi), mentre a pochi giorni di distanza si è registrata un’altra nascita, questa volta una femminuccia oggi in buone condizioni. Purtroppo, finché il bracconaggio e il mercato illegale di specie protette e in via d’estinzione sarà il mercato più prolifico, solo dopo quello della droga e delle armi, sempre più ranger e sempre più gorilla saranno in pericolo. E sempre più famiglie dovranno vivere questo triste lutto.
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