Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Con il termine “vitamina E” si intende un insieme di ben otto composti naturali. La forma più comune e più attiva è l’alfa-tocoferolo, che si trova nel germe di grano, negli oli di semi e di oliva, nella frutta oleosa come noci, mandorle, e avocado, nelle verdure a foglia verde, nel fegato, nel rosso d’uovo.
Con il termine “vitamina E” si intende un insieme di ben otto
composti naturali. La forma più comune e più attiva
è l’alfa-tocoferolo, che si trova nel germe di grano, negli
oli di semi e di oliva, nella frutta oleosa come noci, mandorle, e
avocado, nelle verdure a foglia verde, nel fegato, nel rosso
d’uovo.
Come le altre vitamine liposolubili può essere accumulata
nel tessuto adiposo, nei muscoli e nel fegato. La vitamina E
è un potente antiossidante pertanto protegge le membrane
cellulari dai processi di invecchiamento, inoltre regolarizza la
produzione di ormoni sessuali maschili e femminili.
Le carenze di vitamina E sono rare e provocate in genere da
sindromi da malassorbimento dei grassi o da malattie genetiche come
l’anemia falciforme e la talassemia. A rischio possono essere anche
i bambini nati prematuri. L’assunzione di ferro o di lassativi
può ridurne la disponibilità.
I livelli raccomandati per gli adulti in Europa sono di 10 mg al
giorno. Non esiste pericolo di sovradosaggio, non sono stati
riscontrati effetti collaterali nemmeno con dosi 200 volte
superiori al bisogno. Luce, conservazione prolungata e calore
eccessivo riducono il contenuto di vitamina E anche del 50%.
Nicoletta Morabito
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