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Scrittore e poeta dell’attimo fuggente, fra i massimi del secolo scorso, Walt Whitman è considerato uno dei padri del trascendentalismo.
Insieme a Thoreau, R.W.Emerson, Fuller, Alcott e altri
poeti-scrittori è considerato uno dei padri fondatori del
trascendentalismo, movimento estetico-filosofico che ha avuto
origine in America più di un secolo e mezzo fa.
Per i trascendentalisti il denominatore comune della loro
ricerca interiore è l’isolamento, la solitudine e
l?indipendenza, il rapporto diretto con la natura.
Condurre una vita semplice e all?aria aperta, vivere con poco,
magari coltivando un pezzo di terra per trarne il proprio
sostentamento.
Anche per Whitman la natura rappresenta la grande sorgente
d?ispirazione da cui egli cerca di carpire i messaggi più
reconditi, nella ferma convinzione che l’uomo è l’unico
soggetto in grado di “toccare” la realtà trascendentale,
forma “a priori” di ogni altra realtà.
E’ dunque dirompente in Withman la necessità di
immedesimazione dell’io nell’altro, vale a dire nel cosmo, negli
elementi, nell’anima e quindi in Dio, grazie al quale l’io entra in
armonia con l’universo e perviene alla completezza del “sé”.
Famosa è la sua unica e ampia raccolta di poesie “Foglie
d’erba”, di straordinaria intensità e profondo misticismo,
un inno alle possibilità ideali dell’individuo e del mondo,
raffinata e intima celebrazione della divinità della natura
umana e del miracolo della realtà quotidiana. Ma Whitman,
illuminista esuberante ed eccentrico, è stato anche cantore
del “sogno americano”, poeta della collettività, del
presente e della democrazia.
Più che mai attuale, il suo pensiero politico ha ispirato
valori e uomini come Gandhi e Martin Luther King. Le sue
riflessioni e convinzioni sociali nonchè quelle
metafisiche-naturali sono proprie di un uomo moderno eppure
così simili a quelle degli antichi greci, dove la
compenetrazione tra elementi naturali, l’esaltazione di valori
spirituali e degli ideali umani, è piena e consonante.
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