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L’ecologista kenyana Wangari Maathai ha ricevuto il premio Nobel per la pace 2004. 27 anni fa ha aderito a un movimento per piantare alberi nel continente africano contro la desertificazione.
Wangari Maathai ha 64 anni, si è laureata in biologia negli Usa e in seguito è diventata direttrice della facoltà di veterinaria all’Università di Nairobi. Ha cominciato ad occuparsi di problematiche sociali-ambientali a partire dal 1970, quando il suo marito si era candidato per le elezioni parlamentari. Da questo interesse è nata presto un’organizzazione popolare incentrata sull’idea di procurare lavoro alle persone povere migliorando e conservando le risorse dell’ambiente circostante. Maathai ha intensificato questo suo impegno diventando co-fondatrice, insieme al “National Council of Women of Kenya”, di “Green Belt” (cintura verde), un movimento che ha due finalità: dare lavoro alle donne povere favorendo così un miglioramento del loro immagine; migliorare l’ambiente piantando alberi in zone che sono a rischio di desertificazione. Infatti, in Africa, grazie alle attività di Green Belt, sono stati piantati dal 1977 in poi dai 25 alle 30 milioni di alberi.
Wangari Maathai, attualmente sottosegretario all’Ambiente e alle risorse naturali del Kenya, continuerà il suo impegno con Green Belt. Si merita il Premio: sono orgogliosa perché è stato assegnato a una persona coraggiosa, una vera e propria guida per molte donne del Kenya: lo ha detto Isabella Karanja, presidente del “National Council of Women of Kenya”.
Premiando una persona che ha dedicato la propria vita a creare benessere economico e sociale attraverso il miglioramento dell’ambiente, la giuria per il Premio Nobel ha messo in luce il collegamento che c’è tra degrado ambientale, sociale e spirituale.
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