Agenti sotto copertura per evitare o fermare possibili invasioni di campo da parte degli attivisti per il clima. Prima che arrivino sul campo. Questa è la nuova misura che l’All England Club, il circolo che ospita il torneo di tennis più famoso al mondo: Wimbledon, ha deciso di mettere in atto per evitare che al verde dei campi e al bianco delle divise dei giocatori si aggiunga anche l’arancione, il colore che sta accompagnando le incursioni in contesti sportivi da parte del gruppo ambientalista Just stop oil.
Ad annunciarlo è stata direttamente Sally Bolton, direttrice dell’All England Club, che vuole assolutamente evitare quello che è già successo durante varie partite di cricket, di rugby e perfino di biliardo: ovvero l’improvvisa invasione delle ragazze e dei ragazzi di Just stop oil, il gruppo che cerca di attirare l’attenzione sulla necessità di intervenire contro la crisi climatica, entrando in campo e spargendo una polverina arancione.
"Terrible, terrible scenes here at the Crucible"
Protestors believed to be with Just Stop Oil have vandalised a snooker table with orange paint. Another failed in an attempt to glue herself to a tablepic.twitter.com/ETRtS5yBZh
“Come abbiamo visto in altri eventi sportivi – ha spiegato Bolton alla stampa britannica – non possiamo garantire niente, ma siamo estremamente fiduciosi che le misure che abbiamo messo in atto possano essere efficaci e siamo pronti ad affrontare qualsiasi cosa dovesse accadere”.
Bolton quindi ha deciso di aumentare il personale di sicurezza durante il torneo: agenti in incognito si aggireranno per i vari campi durante le partite, con lo scopo di osservare il pubblico ed eventualmente entrare in azione non appena dovesse palesarsi il rischio di invasione.
Wimbledon e gli altri tornei presi di mira dagli attivisti
Il pericolo, è bene sottolinearlo, sarebbe puramente di immagine, perché mai gli attivisti di Just stop oil – o analoghe organizzazioni – sono stati violenti o pericolosi; tuttavia vedere all’improvviso macchie arancioni spargersi nell’aria avrebbe un grosso impatto mediatico, considerando l’attenzione planetaria di cui gode il torneo di Wimbledon. Proprio per questo la polizia britannica considera il rischio di possibili invasioni molto alto, tanto da mettere in atto misure speciali e dedicate.
Perfino Andy Murray, tennista scozzese che ha vinto Wimbledon nel 2013 e nel 2016, ha detto di “aspettarsi gesti del genere”, aggiungendo: “Mi immagino che qualcosa del genere possa accadere. Devo dire di essere d’accordo con la loro causa contro i cambiamenti climatici, anche se credo che dovrebbero agire in modo diverso”.
In Inghilterra ultimamente molto eventi sono stati interrotti: è successo nel cricket, durante una partita tra Inghilterra e Australia; nel rugby, nel mentre di una partita del principale campionato britannico e infine nel biliardo, durante alcuni incontri validi per il Mondiale. Un altro esempio che ha avuto un grosso impatto sull’opinione pubblica inglese si è verificato prima del via della corsa di cavalli del Grand National, una delle più note del paese: in questo caso si trattava di membri di un’associazione che difende i diritti e la salute degli animali, e per questo hanno invaso la pista pochi istanti prima della partenza.
Questo genere di “incursioni” hanno l’effetto di interrompere l’evento sportivo e spostare l’attenzione sui manifestanti e sulla loro protesta, creando scompiglio durante la partita. Come si vede nei vari video, il copione è sempre lo stesso: gli attivisti entrano in campo e iniziano a spargere della polvere arancione in aria, prima dell’intervento degli addetti alla sicurezza.
Le gestione di queste situazioni non è semplice: da questo punto di vista, un esempio interessante è stato rappresentato dalla Maratona di Londra, che nei giorni precedenti al via ha annunciato di aver stretto un accordo con queste organizzazioni per evitare invasioni pericolose, dando così contemporaneamente risalto alla loro battaglia ma impedendo azioni possibilmente impattanti sulla sicurezza degli atleti e del pubblico.
Wimbledon e lo sponsor della banca Barclays
Wimbledon, tuttavia, non si deve preoccupare solo degli attivisti per il clima e della loro polvere arancione. È stata diffusa alla stampa una lettera, firmata anche da diverse celebrità britanniche come Richard Curtis, Emma Thompson e Deborah Meaden per chiedere di stracciare l’accordo di sponsorizzazione con la banca britanica Barclays, partner ufficiale del torneo.
Nella lettera, indirizzata direttamente a Selly Bolton, viene sottolineato come Barclays finanzi e si arricchisca tramite attività che danneggiano il clima e l’ambiente, e quindi accettare la loro sponsorizzazione vuol dire “approvare questo genere di azioni”, come hanno scritto nella lettera. I firmatari, di cui fanno parte anche associazioni ambientaliste come Greenpeace, Big Issue Group e Global Witness, ritengono che associare Wimbledon al logo della Barclays sia “un danno di immagine” per il torneo.
Barclays, che ha appena sborsato 20 milioni di sterline per sponsorizzare Wimbledon e far apparire il proprio brand affianco a quello del Torneo, da diverso tempo sta provando a diffondere un’immagine diversa delle proprie attività, mostrandosi attenta nel favorire un’economia più sostenibile e mitigare gli effetti del cambiamento climatico; ma è comunque al centro di molte accuse di fare greenwashing, dato che, secondo i manifestanti, avrebbe dato oltre 38 miliardi di sterline negli ultimi anni ad aziende che commerciano petrolio e gas, come Exxon Mobil, Shell e TotalEnergies.
Un portavoce dell’All England Club ha risposto difendendo Barclays, sottolineando il supporto che la banca garantisce alla Wimbledon Foundation e confermando la volontà del torneo di incidere positivamente tramite le proprie campagne nella lotta contro il cambiamento climatico. Anche Barclays non ha fatto mancare una nota di commento, dicendo di aver già contribuito a diminuire i propri finanziamenti nei settori più impattanti del 32 per cento dal 2020 e di voler ridurli ancora entro il 2o30.
Questa edizione di Wimbledon quindi si preannuncia piena di significati non solo sul piano sportivo, ma anche extra, con il tema della salvaguardia dell’ambiente sempre presente sullo sfondo. Segno, ulteriore, di come lo sport stia diventando un terreno di scontro tra chi vuol difendere la propria posizione di potere e chi chiede molte più azioni per contrastare il cambiamento climatico.
Questo articolo è uscito in prima battuta segnalando in 38 milioni di sterline, invece di 38 miliardi, la cifra che Barclays avrebbe concesso negli anni alle compagnie petrolifere secondo gli attivisi per il clima.