Youssou N’Dour escluso dalle presidenziali in Senegal

Lo scorso novembre, proprio durante un concerto, il cantante e percussionista senegalese Youssou N’Dour aveva annunciato un periodo di pausa dalle attività artistiche per dedicarsi completamente ai suo nuovi progetti politici: il movimento Fekke Maci Boolé – che significa “Io mi impegno” in lingua wolof – e la candidatura per le elezioni presidenziali di febbraio

Lo scorso novembre, proprio durante un concerto, il cantante e
percussionista senegalese Youssou N’Dour aveva
annunciato un periodo di pausa dalle attività artistiche per
dedicarsi completamente ai suo nuovi progetti politici: il
movimento Fekke
Maci Boolé
– che significa “Io mi impegno” in
lingua wolof – e la candidatura per le elezioni presidenziali di
febbraio in Senegal. Le richieste per una sua discesa in campo,
infatti, erano diventate numerose dal momento che, nell’ultimo
periodo, N’Dour era punto di riferimento degli oppositori di
Abdoulaye Wade, attuale presidente in carica.

Ma lo scorso venerdì, la Corte costituzionale senegalese ha
deciso di escludere dalla corsa presidenziale il cantante,
rigettando oggi anche la possibilità del ricorso da parte di
N’dour, perché molte firme a sostegno della sua candidatura
non sarebbero valide. Secondo i giudici supremi il cantante avrebbe
presentato «una lista di 12.936 elettori che appoggiavano la
sua candidatura, di cui solamente 8.911 sono stati identificati e
la loro firma convalidata». Per l’ammissione era necessario
raccogliere almeno 10.000 firme.

Nel frattempo, la stessa Corte ha riconfermato la candidatura del
presidente in carica, che però è già al suo
secondo mandato. L’85enne Wade fu eletto per la
prima volta nel 2000. Nel 2001 fu introdotto nella Costituzione un
limite di due mandati per il presidente, ma secondo lo stesso Wade,
i cambiamenti introdotti nel 2001 non sono retroattivi e quindi il
suo primo mandato dovrebbe essere considerato quello iniziato nel
2007. La Corte suprema gli ha dato ragione, affermando quindi che
«Il primo mandato del presidente, secondo la Costituzione del
2011, è iniziato nel 2007 e finirà nel 2012»,
come si legge nella nota rilasciata oggi dal tribunale. «Di
conseguenza Wade può candidarsi per il secondo mandato ai
sensi della Costituzione del 2001».

Alioune Ndiaye, direttore della campagna
elettorale di N’dour, ha affermato alla radio privata
Rfm
che «I membri della Corte pensano di essere
degli dei. Hanno deciso che Youssou N’dour non può
candidarsi perché potrebbe creare una sorpresa
spiacevole». N’dour stesso ha, inoltre, fatto appello alla
comunità internazionale affinché esprima il suo
disaccordo per la conferma della lista dei candidati alle
presidenziali di febbraio. «Il processo di colpo di Stato
costituzionale è stato messo in atto; 52 anni di costruzione
della democrazia sono stati spazzati via. Siamo stati traditi da
questa decisione vergognosa», ha detto N’Dour a Radio
France Internationale
. «Faccio appello quindi a
tutte le forze del paese, ai fratelli africani e alla
comunità internazionale di esprimere il loro disaccordo
contro questo colpo di Stato istituzionale e
costituzionale».

Venerdì scorso, dopo l’annuncio a favore della terza
candidatura del presidente Wade, a Dakar si sono verificati
violenti scontri tra il Movimento del 23 giugno (M23)
e la polizia. La coalizione dei partiti politici dell’opposizione e
della società civile ha invitato la popolazione a
«marciare sul Palazzo della Repubblica» e a cacciare il
presidente. Secondo quanto ha riferito una fonte della polizia
all’agenzia di stampa Afp, durante gli scontri un agente è
rimasto ucciso.

Dal canto suo, N’Dour ha promesso che non si arrenderà e che
farà di tutto per essere tra i candidati nel voto di
febbraio. Tra gli altri 13 sfidanti di Wade confermati dalla Corte
ci sono anche tre ex primi ministri (Idrissa Seck, Macky Sall e
Moustapha Niasse) e il leader dell’opposizione Ousmane Tanor
Dieng.

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