L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
Sono 84 i morti e 120 i feriti di cui 18 in gravi condizioni a Nizza. Il presidente Hollande: “Tutta la Francia è minacciata”.
Sono almeno 84 le persone che sono state uccise nella serata di ieri sulla Promenade des Anglais a Nizza, nel sud della Francia. Falciate da un camion da 19 tonnellate che ha percorso per circa due chilometri il tratto di strada, invaso in quel momento dalla folla in festa per l’anniversario della presa della Bastiglia.
La une de Nice-Matin du vendredi 15 juillet : carnage à Nice, neuf pages spéciales #Nice06 pic.twitter.com/5ifSQPClyI
— Nice-Matin (@Nice_Matin) 15 luglio 2016
I tradizionali fuochi d’artificio sono appena terminati, mancano pochi minuti alle 23 quando il mezzo invade la strada, una delle più famose e frequentate della città. Immediatamente migliaia di persone cominciano a fuggire in preda al panico, in ogni direzione. Alcuni si gettano dal parapetto, sulla spiaggia sottostante.
“Ho avuto solo qualche secondo per scansarmi. Sono riuscito a proteggermi il volto dai detriti che volavano in tutte le direzioni. La folla era in preda al panico: tutti gridavano, era il caos assoluto”, ha raccontato un giornalista dell’agenzia Afp. Al termine della sua corsa, il veicolo viene bloccato – i pneumatici a terra e il parabrezza crivellato di colpi – di fronte dal Palazzo del Mediterraneo. Immediatamente è stata instaurata un’ampia zona di sicurezza e alla popolazione è stato intimato di non uscire di casa. Intanto, sulla Promenade des Anglais si contano i morti. Corpi a terra ovunque. Feriti che gridano. I primi soccorritori che accorrono. Una carneficina.
Le camion qui a foncé sur la foule pic.twitter.com/h4QuBabJMx — Nice-Matin (@Nice_Matin) 14 luglio 2016
Il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve nella notte ha spiegato che altre diciotto persone versano in condizioni gravissime. Su un totale di circa centoventi feriti, trasportati in tutti gli ospedali della città. Il conducente del tir, un mezzo pesante bianco, è stato ucciso dalla polizia: per ora, si tratta dell’unica persona riconosciuta ufficialmente come responsabile dell’azione. Ma gli investigatori cercano “alcuni compici che potrebbero aver preso la fuga subito dopo la strage”.
Christian Estrosi, presidente della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, ha inoltre dichiarato che all’interno del veicolo sono state ritrovate alcune “armi pesanti”. Mentre alcuni testimoni hanno parlato di spari contro la folla, altri di uno scontro a fuoco con la polizia. Per ora, tuttavia, tali informazioni non sono state confermate.
Non sono giunte rivendicazioni. I documenti di un uomo sarebbero stati però ritrovati nella cabina del camion. Secondo Le Monde si tratterebbe di un tunisino residente in Francia, noto alle forze dell’ordine per reati minori e sconosciuto ai servizi di sicurezza speciali. Il presidente della Repubblica François Hollande ha parlato di un “attacco dal carattere terroristico”, ricordando che “tutta la Francia è minacciata”.
Quella di Nizza rappresenta la peggiore strage in Europa dopo quella del Bataclan a Parigi, che aveva provocato 130 morti il 13 novembre 2015 e quella di Bruxelles (trenta morti) il 22 marzo di quest’anno. In quel caso, entrambe le azioni erano state operate dal gruppo Stato Islamico.
Le Conseil restreint de sécurité et de défense est en cours autour de @fhollande après le terrible attentat de #Nicepic.twitter.com/R4VPYymak9
— Élysée (@Elysee) 15 luglio 2016
La prima reazione concreta da parte dell’Eliseo è stata la decisione di prolungare di altri tre mesi lo stato d’emergenza, che era stato attivato all’indomani dell’attentato contro Charlie Hebdo. Da parte sua, invece, il Consiglio francese per il Culto musulmano ha condannato “con il più grande vigore” la strage: “La Francia è stata colpita ancora una volta da un attentato di gravità estrema. Un attacco odioso e abietto perpetrato nel giorno in cui celebriamo i nostri valori di libertà, eguaglianza e fraternità”.
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