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Gli stranieri in Italia sono 5 milioni e rappresentano quasi il 9 per cento del pil. Un quinto delle giovani imprese sono fondate da “nuovi italiani”.
Il rapporto della Fondazione Migrantes pubblicato la scorsa settimana ha messo in evidenza come quasi cinque milioni di italiani vivano stabilmente all’estero. Ora un altro rapporto, quello della Fondazione Leone Moressa, ricorda che altrettanti stranieri, definiti “nuovi italiani”, vivono, lavorano e pagano le tasse in Italia: come dire che emigrazione e immigrazione, almeno nel nostro paese, di compensano come fossero vasi comunicanti. Se gli italiani all’estero contribuiscono allo sviluppo dei paesi che li accolgono, lo stesso avviene per l’economia italiana con chi viene dall’estero. Naturalmente, il discorso riguarda gli stranieri extracomunitari (che non sono cittadini europei) in possesso di regolare permesso di soggiorno e di lavoro.
Così gli #stranieri finanziano circa 640mila #pensioni https://t.co/cagX7nA2Xw L’interessante fotografia scattata dalla @FondazMoressa
— VITA.it (@VITAnonprofit) 10 ottobre 2016
Durante lo scorso anno, secondo le anticipazioni della Fondazione Moressa, gli stranieri che lavorano in Italia hanno contribuito al prodotto interno lordo italiano (pil) per 127 miliardi di euro, pari all’8,8 per cento. Tantissimo, anche se si contano altri numeri: dai ‘nuovi cittadini’ arrivano infatti 11 miliardi di contributi per la previdenza e 7 miliardi di imponibile Irpef, più o meno come lo scorso anno. Una manna per le casse dello Stato, tanto che la Fondazione azzarda un paragone: tutti i lavoratori stranieri messi insieme incidono, più o meno, come la Fiat, l’industria italiana per eccellenza.
Oltre 4 “nuovi italiani” su 10 sono under20 https://t.co/sirXhHNyti
— Istat (@istat_it) 29 settembre 2016
A incidere molto è anche un fattore demografico: mentre l’Italia tende ad invecchiare, la popolazione straniera residente è generalmente più giovane ed in piena età lavorativa. Da un altro studio, effettuato dalla Camera di Commercio di Milano, scopriamo infatti che il 21 percento delle imprese “giovani” presenti in Italia sono gestite da stranieri: in tutto sono 108 mila aziende sparse in tutta Italia. Le comunità più attive in Italia sono ancora quelle albanesi e marocchine, ma sono in forte aumento gli arrivi dall’Ucraina e dalla Moldova, nonostante la richiesta di asilo sia diventato, quest’anno, il secondo motivo di arrivo in Italia dopo il ricongiungimento familiare.
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