Riccardo Taverna. Tutte le fortune, per affrontare la malattia con ironia

Una malattia invalidante affrontata con un tocco di ironia. E tanta tanta forza. La vicenda di Riccardo Taverna raccontata nel libro “Tutte le fortune”.

Si chiama Cidp (poliradicoloneuropatia cronica infiammatoria demielinizzante) ed è una malattia rara che interessa 3 persone ogni 100mila, portando rapidamente a uno stato di invalidità permanente. Per la Cidp si sospetta una causa autoimmune, ma le certezze – e le cure – sono ancora poche. Colpisce indifferentemente i due sessi e va a intaccare la mielina, ovvero la guaina di rivestimento delle fibre nervose il cui compito è quello di favorire la trasmissione dell’impulso nervoso lungo il nervo, oltre che proteggere il nervo dagli stimoli esterni. Quando il danno arriva a interessare il cosiddetto assone, cioè il prolungamento dei neuroni lungo cui si propagano gli impulsi nervosi, spesso le lesioni diventano irreversibili.

Tuttele fortune di Riccardo Taverna
Tutte le fortune, di Riccardo Taverna

Una malattia invalidante

Riccardo Taverna, classe 1964, esperto di sostenibilità aziendale, gestione della reputazione e comunicazione d’azienda, con la Cidp ci convive dall’età di 23 anni. A 48 anni, Taverna viene anche colpito dal Parkinson e, quasi in contemporanea, da un infarto. Troppo per chiunque, verrebbe da dire, poco o pochissimo per Taverna che continua a lavorare, viaggiare, muoversi e portare avanti la sua esperienza sia come malato che come professionista.

E, proprio sulla sua malattia e sulla sua esperienza personale di “malato” (le virgolette son d’obbligo per uno come Riccardo) ecco Tutte le fortune (Badavo ai Badanti) (Edizioni Piemme), il libro autobiografico che racconta, con uno stile ironico e coinvolgente, la sua avventura umana, il suo percorso con le malattie, la sua forza e tenacia per essere e sentirsi “normale”, e soprattutto la sua ricerca di qualcuno che lo possa aiutare a tenere il peso della patologia, facendo in modo che il suo vivere quotidiano sia e diventi il più facile possibile: il badante, appunto. E nella vita di Taverna i badanti si succedono, in una fila inesausta che passa dal comico al grottesco.

“Il dio dei badanti è più suscettibile di Cupido”

C’è quello con le “mani di pastafrolla”, c’è l’ex bodyguard che sembra uscito da un copione hollywoodiano, c’è il silenzioso che parla poco ma non sa nemmeno agire, e così via dando vita a una carrellata divertentissima nella quale la gravissima malattia cessa di essere la protagonista assoluta, sommersa dal senso dell’umorismo e dall’ironia di un uomo che non si vuole arrendere. E tutto corre e si rincorre fino all’arrivo di Stepan, forse quello giusto nella lunga serie di incontri, capace di comprendere con un sguardo e diventare un fratello gemello quotidiano. Ma bisogna andarci cauti, perché “il dio dei badanti è più suscettibile di Cupido” e potrebbe ritirare il suo favore e precipitare il povero assistito nuovamente nel caos. Insomma, un libro da leggere per capire che la vita e la malattia si possono affrontare anche e soprattutto con uno sguardo ironico, E alla fine, concludere con Gandhi ammettendo che “la forza non deriva dalla capacità fisica. Deriva da una volontà indomita”.

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