Intelligenza ecologica

In ognuno di noi risiede un “inconscio ecologico”, l’essere umano è “figlio della vita”, questi i concetti alla base del libro di Daniel Goleman sull’ecopsicologia.

Dopo Intelligenza emotiva e Intelligenza
sociale
, due libri chiari, semplici ed efficaci, che hanno
diffuso concetti semplici, ma profondi, in grado di migliorare la
vita relazionale di individui e gruppi, l’ormai noto Daniel Goleman
lancia un altro forte messaggio alla collettività
internazionale: c’è un intelligenza ecologica che fa parte
del nostro bagaglio potenziale innato, un intelligenza che sa che
siamo parte della vita e che funzioniamo con le stessi leggi della
vita.

La prima parte del libro, appena uscito nella sua edizione
inglese, è un ripasso, dal sapore vagamente scolastico, sul
funzionamento degli ecosistemi, sulla reti di interconnessioni e
interazioni tra i diversi elementi di uno stesso ambiente. In un
sistema vivente ogni evento innesca una serie di ripercussioni a
catena andando a generare effetti a volte anche lontani dal punto
di partenza ma determinanti sul funzionamento del sistema stesso.
Un’esemplificazione di questa interconnessione è data dal
famoso “butterfly effect” di cui si parla nella teoria del Caos: il
battito d’ali di una farfalla in Giappone può innescare un
tornado in Texas?

Fin qui niente di nuovo. La novità risiede nel lanciare
alla comunità internazionale un concetto prima ristretto
nell’ambito dell’ecopsicologia, noto soltanto agli appassionati, il
concetto di inconscio ecologico; l’essere umano, essendo “figlio
della vita” è spontaneamente in grado di cogliere la
complessità e può sviluppare la consapevolezza
dell’impatto di ogni sua azione sui sistemi di cui è
parte.

Se l’ecopsicologia approfondisce anche gli ecosistemi interiori,
Goleman si concentra sull’impatto che la consapevolezza individuale
può avere sulla società dei consumi, prima di tutto,
risvegliando ogni singolo cittadino al consumo consapevole e
all’impegno sociale senza rinunciare al proprio margine d’azione e
di influenzamento sull’evolversi della vita: dall’andamento
generale dei mercati e dei processi sociali, alle riunioni di
condominio, alla gestione di una azienda.

L’essere umano partecipa all’evoluzione della vita sulla Terra,
noi siamo parte dello stesso processo ad cui siamo emersi e ora ne
siamo corresponsabili, co-creatori è un termine sempre
più usato. E’ l’intelligenza collettiva dell’umanità
che ci mette in condizione – se e quando riconosciuta e attivata –
di fare le scelte più opportune per affrontare
difficoltà presenti e sfide future. I problemi attuali, se
pensiamo – appunto – a quelli di tipo ecologici sono di natura
tale che non possono essere affrontati da un solo individuo ma
richiedono la collaborazione e l’interazione di diverse competenze,
punti di vista, intelligenze, sottolinea Goleman.

Il tema è complesso e alcuni hanno rimproverato
all’autore di avere affrontato il discorso troppo superficialmente,
senza mettere in discussione i presupposti di base della
società antropocentrica, senza fare cenno alla rivoluzione
di pensiero presentata dall’ecologia profonda e dall’ecopsicologia,
ma cionondimeno, questo libro ha il pregio di avere coniato un
termine che risveglia attorno a sé una attenzione e una
consapevolezza oggi necessarie. Esattamente come è successo
per il suo primo libro, che ha riassunto in due parole,
“intelligenza emotiva”, una necessità da molti sentita ma
prima poco esplicitata e gestita. Ecco che con questa formula
“Intelligenza ecologica” si possono aprire molte porte, molte menti
e molto cuori a temi cari a chi già da tempo vede la
questione ecologica come alla base stessa della nostra
civiltà.

Tra solo in punti in cui Goleman riassume il suo invito:
1. Conosci il tuo impatto
2. Cerca e favorisci il miglioramento
3. Condividi ciò che impari

Basterebbe che tutti seguissero queste tre regole – dice – per
creare insieme una forza in grado di migliorare il nostro
ecosistema umano. In realtà il discorso andrebbe portato
molto oltre, ma questo è un primo passo. Ben venga.

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