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Ecco le erbe officinali più utili in inverno per affrontare i malanni di stagione e superare indenni il periodo delle feste.
Se dovessimo stilare una classifica delle erbe officinali e delle piante più utili nel periodo invernale, da utilizzare sotto forma di infuso o decotto oppure in gocce, se si tratta di prodotti fitoterapici, questa sarebbe la nostra “top ten”.
Della menta si usano le foglie, che si trovano in moltissimi infusi e decotti già pronti, al supermercato o in erboristeria. Oppure, i più fortunati possono staccare qualche foglia dalle piantine che hanno sul balcone o nell’orto. La menta piperita è riconosciuta come digestivo, antibatterico, antisettico, utile nella cura di cefalee e nevralgie.
Questa leguminosa di origine orientale viene utilizzata da secoli nella medicina tradizionale cinese come tonico e rafforzante dell’energia vitale. Ha principalmente proprietà immunostimolanti e viene utilizzata, anche in abbinamento con l’echinacea, per prevenire i malanni stagionali. L’astragalo si trova in erboristeria, in gocce o compresse.
Nota anche col nome di “erba limoncina”, la melissa era usata nel Medioevo come tonico dell’umore. Il nome, che in greco significa “ape”, richiama la predilezione che questi insetti hanno verso questa pianta, da cui ricavano anche il miele. Viene utilizzata, sotto forma di infuso, come rilassante muscolare, nella cura dell’insonnia, del mal di testa e dell’emicrania, oltre che per favorire la digestione.
E’ facile trovarla nei preparati per le tisane invernali: la rosa canina, di cui si utilizzano i frutti del tipico colore rosso-arancio, è ricchissima di vitamina C (ne contiene più di 40 volte rispetto all’arancia). Combatte le infezioni e alza le difese immunitarie. E’ ottima quindi per prevenire e curare gli stati influenzali.
Si tratta di una pianta spontanea negli Stati Uniti, coltivata nelle zone temperate sia a scopo medicinale che ornamentale. Come l’achillea, ha proprietà immunostimolanti e antivirali. Radici e foglie sono utilizzate sotto forma di decotto.
Dal profumo inconfondibile, il decotto di semi di finocchio (che devono essere prima ben pestati in un piccolo mortaio per sfruttarne al meglio le proprietà) è aperitivo e digestivo, utile dopo le grandi mangiate del periodo natalizio. I semi di finocchio si usano spesso in abbinamento con l’anice e si trovano, come quest’ultima pianta, sia in erboristeria sia, spesso, anche al supermercato.
L’achillea cresce spontanea in Europa, Asia occidentale e centrale e America del Nord. Si tratta di una pianta molto utile, che ha proprietà antinfiammatorie, antispasmodiche e cicatrizzanti. Dà sollievo in caso di dolori mestruali e problemi digestivi. I fiori e le estremità sono preparati sotto forma di infusi e decotti. Dato che il sapore è amarognolo, il suggerimento è berla con un po’ di miele, magari di cardo o tarassaco.
Di questa pianta originaria dell’Asia si utilizzano i frutti a forma di stella a sei punte. Come nel caso dei semi di finocchio, è bene pestarli in un piccolo mortaio per estrarne tutti i benefici. L’anice stellato, con le sue proprietà spasmolitiche, stomachiche e carminative, è sicuramente l’erba più adatta per digerire pranzi abbondanti. Si consuma in decotto.
Le sue caratteristiche epatoprotettive, cioè di protezione del fegato, sono note da tempo e confermate dalla ricerca medica: il merito è della silimarina, un complesso di sostanze flavoniche che ristabiliscono la funzionalità di questo importante organo. Ottimo dopo le abbuffate invernali per digerire e anche per favorire la funzionalità epatica, si assume sotto forma di decotto oppure di preparato fitoterapico (gocce o tavolette). Poiché contiene tiramina, chi soffre di ipertensione dovrebbe utilizzarlo con cautela.
Il tarassaco è comunissimo nei prati e nei campi incolti ed è forse uno dei fiori più noti. Per preparare l’infuso o il decotto si usano le foglie e il rizoma, considerati utili in varie patologie del fegato. Anche il tarassaco si trova in erboristeria, nelle tisane già pronte o in tintura madre.
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