
Camminare tra le montagne più belle del mondo e scoprire passo passo opere di land art che dialogano e impreziosiscono il territorio. In val Badia, è Smach.
In occasione della Giornata mondiale della pace ecco una selezione di film che, tramite la magia della Settima arte, ci fanno riflettere sull’orrore della guerra.
L’arte e gli intellettuali ricoprono un ruolo importante nella formazione della coscienza collettiva, offrendo alle masse un’alternativa al consumismo e a quella che Pier Paolo Pasolini chiamava “l’ideologia edonistica del potere”. Tra le varie forme espressive il cinema è probabilmente quello maggiormente vincolato, questo non ha però impedito a grandi autori di creare film in grado di segnare profondamente il pubblico. Uno dei filoni cinematografici più fecondi è quello dei film di guerra, fanno però da contraltare anche film straordinari che condannano l’atrocità della guerra e invitano alla pace. Eccone alcuni.
Titolo forse scontato, ma non era possibile escludere da una lista di film sulla pace la biografia di uno dei più noti pacifisti della storia, il Mahatma Gandhi. Il film, diretto da Richard Attenborough e interpretato da un superbo Ben Kingsley, ripercorre la vita del leader spirituale indiano che lo ha portato ad elaborare la dottrina della nonviolenza, ovvero il rifiuto dell’uso della violenza fisica, al fine di raggiungere obiettivi sociali o cambiamenti politici.
Quest’opera di Terrence Malick sembrerebbe, in effetti, un film di guerra. È invece un film sulla pace, proprio perché mostra la guerra per quello che è, vacua e crudele, senza quell’aura epica che la contraddistingue nella comunicazione di massa. Il protagonista del film, James Caviezel, sembra più un messaggero di pace che un soldato, attraverso i suoi monologhi interiori lo spettatore è spinto a riflettere sulla vera natura dell’essere umano.
Uscito nel 2011 e diretto da Jo Baier, il film racconta la fine della vita di Tiziano Terzani, cronista di guerra e scrittore di culto. Il film, ambientato sul verdeggiante Appennino tosco-emiliano dove Terzani ha deciso di concludere la sua esistenza terrena, racconta l’incontro tra Terzani e il figlio Folco, al quale lo scrittore racconta la sua vita prima di morire, in una sorta di lascito spirituale. Dalle parole di Terzani emerge netta una sensazione di pace, minimamente scalfita dal decadimento del suo corpo e dall’imminenza della morte, che anzi lo scrittore attende come un’epifania.
Come La sottile linea rossa Orizzonti di gloria è, tecnicamente, un film di guerra. Diretto da uno dei più grandi (il più grande?) registi della storia del cinema, Stanley Kubrick, il film si svolge sul sanguinoso sfondo della Prima guerra mondiale e mostra l’orrore della prima vera guerra moderna. Ma non è sul conflitto che si concentra lo sguardo di Kubrick, bensì sugli uomini, le cui idee sono in grado di cambiare il mondo, perché, come ci ricorda il colonello Dax, interpretato da Kirk Douglas, “il più nobile impulso dell’uomo è la pietà verso il prossimo”.
Tratto dall’omonimo libro di Thich Nhat Hanh, questo documentario racconta, attraverso la voce dello stesso monaco buddista, i suoi sforzi per porre fine al conflitto tra Vietnam e Stati Uniti. L’intensità del suo pensiero e il suo desiderio di pace colpirono anche Martin Luther King, che nel 1967 propose il giovane monaco per il Nobel per la pace.
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