Hip hop e agricoltura. Agroarte, per resistere alla violenza nei barrios colombiani

El Aka è un rapper colombiano, nato e cresciuto nella Comuna n°13, una delle 16 circoscrizioni di Medellín, città diventata tristemente famosa per essere stata la base di una delle più vaste organizzazione di narcotrafficanti di sempre, operante tra gli anni settanta ed ottanta.   Ma non solo: a ridosso dei primi anni Duemila, il

El Aka è un rapper colombiano, nato e cresciuto nella Comuna n°13, una delle 16 circoscrizioni di Medellín, città diventata tristemente famosa per essere stata la base di una delle più vaste organizzazione di narcotrafficanti di sempre, operante tra gli anni settanta ed ottanta.

 

Ma non solo: a ridosso dei primi anni Duemila, il tasso di violenza registrato nella città era elevatissimo, così come l’indice di omicidi. Nel 2002, dopo venti anni di assenza da parte dello Stato colombiano, vennero portate a termine ventidue operazioni militari, ma la forma messa in atto dai paramilitari fu quella della repressione totale: molti civili vennero mutilati e assassinati nelle operazioni e l’ordine per la sicurezza “democratica” era quello di non rendere pubblica nessuna vittima. L’unico modo era, quindi, sotterrare i corpi sotto la terra, nelle discariche della città (secondo gli stessi ufficiali paramilitari, sono più di trecento i corpi interrati mai recuperati).

Negli ultimi anni la situazione sta lentamente cambiando: il governo attua programmi di recupero e nuovi progetti culturali e sociali nascono spontaneamente. Uno di questi è Agroarte: un progetto di resistenza e difesa del territorio, nato una decina di anni fa di fronte alla discarica di Medellín nella Comuna n°13, dall’idea di El Aka di poter unire la gente dei diversi quartieri attraverso l’hip hop e l’agricoltura.

 

Abbiamo incominciato con il processo di formazione per una sessantina di ragazzi e ragazze che si chiama ‘la semilla del futur’ – il seme del futuro – in cui fanno hip hop ma anche gli agricoltori.

 

El Aka
Il rapper El Aka.

 

Ai giovani viene, dunque, insegnato a seminare, a lavorare la terra e coltivare giardini: in questo modo si riappropriano di spazi fino a quel momento contrassegnati dalla violenza. Nello stesso tempo, i ragazzi scrivono e cantano pezzi hip hop, usando i loro testi per documentare gli eventi ed esprimere i propri sentimenti.

 

L’Hip Hop nasce a New York nel Bronx, in una parte urbana, mentre il nostro paese è formato dalle miniere e il settanta per cento è rurale. Le origini dei nostri nonni e dei nostri papà sono contadine, quindi per noi se l’hip hop è la strada, sotto la strada c’è la terra che racconta la nostra storia, la nostra memoria e le nostre lotte.

El Aka

Il rap inizialmente non faceva parte di Agroarte, ma i giovani della zona hanno presto espresso la voglia di imparare a fare hip hop. Così El Aka ha deciso di insegnarlo ai ragazzi, facendo diventare la musica una parte importante del progetto. Ogni anno viene anche prodotto l’album Custodio del Hip Hop Colombiano – in italiano: “Io faccio il custode dell’hip hop colombiano”.

A Medellín, infatti, l’hip hop è stata una tendenza musicale importante a partire dagli anni Ottanta, soprattutto nei quartieri a basso reddito della città: ha svolto un ruolo fondamentale nella resistenza popolare e nella creazione della memoria collettiva.

 

Semi del futuro porta avanti questa tendenza, dimostrando che la cultura è in grado di creare e sostenere comunità alternative in spazi in cui la violenza e l’invisibilità sociale hanno dominato per circa sessant’anni, trasformandoli in spazi di crescita e memoria.

 

Immagine di copertina: El Aka e uno dei ragazzi del progetto Agroarte. Foto by Louise Møller.

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