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Lo rivela uno studio pubblicato su Nature. Complici le mutate condizioni climatiche, l’Amazzonia, il polmone verde del pianeta sta dando segni di debolezza.
Le foreste amazzoniche si stanno indebolendo, perdendo la loro capacità di assorbimento della CO2 atmosferica. Ci sono voluti più di 20 anni di misurazioni, in 321 lotti sparsi su un’area di 1,2 ettari, per permettere al gruppo di ricerca guidato dal professor Roel Brienen della Leeds University, di comprendere che la capacità di assorbimento dell’anidride carbonica dell’Amazzonia e della conseguente trasformazione in biomassa si è ridotta di un terzo.
I risultati, pubblicati su Nature, mostrano come gli alberi dell’Amazzonia stiano morendo più velocemente di quanto ci si aspettasse, riducendo di fatto la capacità di assorbimento dell’anidride carbonica. Come scrive Eli Kintisch, corrispondente per Science “Le foreste assorbono a livello globale 2,4 miliardi di tonnellate di carbonio ogni anno, e l’Amazzonia contribuisce ad un quarto del totale”. Sottolinea inoltre che in un mondo più caldo e con maggiori livelli di anidride carbonica, le foreste dovrebbero essere spinte a crescere con maggior rapidità.
Ma questo non sta succedendo nella foresta più grande del pianeta. Anzi. “Lo studio mostra come il tasso di crescita degli alberi sia sostanzialmente piatto, mentre aumenta il tasso con la quale muoiono, perdendo quasi una tonnellata di biomassa l’anno”.
In un clima più caldo e ricco in CO2 le piante giovani puntano molto sulla crescita, tralasciando lo sviluppo di meccanismi di difesa contro le avversità ambientali, e ciò li porta alla morte più rapidamente. Se questo trend continuerà potrebbe ridurre notevolmente il ruolo di compensazione che ha l’Amazzonia nel ciclo del carbonio a livello globale.
Il risultato, come suggerito anche dai ricercatori, è che non possiamo contare solo sulle foreste per ridurre le emissioni di CO2 e che anzi, il ruolo dell’uomo diventa oggi quantomai necessario.
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