Prepariamoci a vivere in un mondo senza lemuri
Una recente ricerca ha confermato il precario stato di conservazione della maggior parte delle specie di lemuri, ritenuti ora i primati più a rischio del mondo.
Una recente ricerca ha confermato il precario stato di conservazione della maggior parte delle specie di lemuri, ritenuti ora i primati più a rischio del mondo.
Le fototrappole hanno documentato la presenza di sei lupacchiotti nella zona dei Magredi pordenonesi. Un bel segnale che certifica l’espansione della specie.
I ricercatori di Oceana hanno trovato, nei fondali delle Eolie, una formidabile biodiversità che comprende rari coralli e specie mai avvistate prima nella regione.
Gli stambecchi sono scomparsi dalle montagne libanesi oltre cento anni fa, oggi, grazie ad un efficace progetto di reintroduzione, questa capra selvatica sta tornando.
Secondo gli esperti il fenicottero non avrebbe potuto sopravvivere in natura fino ad oggi, e invece l’uccello fuggitivo si è stabilito in Texas.
In Arizona un giovane giaguaro è stato ammazzato e scuoiato. Ora ne rimane solo un esemplare.
La barriera corallina del Belize era minacciata dalle trivelle, ma la popolazione si è mobilitata e il governo le ha dato ascolto. Ora l’Unesco l’ha tolta dall’elenco dei siti a rischio.
Stefano Mancuso, neurobiologo italiano, ha dimostrato che le piante sono intelligenti. Nel suo ultimo libro si spinge persino oltre: macché animali, il futuro appartiene al mondo vegetale.
A Nardò sono stati trovati i resti ben conservati di un dolicosàuro, è il primo fossile di questo tipo rinvenuto nell’Italia meridionale.
Uno studio italiano ha rivelato che l’alta concentrazione di cocaina nei corsi d’acqua europei rende iperattive le anguille e può comprometterne la migrazione.