![Sport e clima: perché il 20% delle nazioni che partecipano alle Olimpiadi è a rischio](https://cdn.lifegate.it/Oyvxh9fqlvSdX8dMyIk4V5eMp4k=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2023/11/parco-nazionale.jpg, https://cdn.lifegate.it/Tp6Lc_rqMtk1d9zAKGf8HIxeegY=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2023/11/parco-nazionale.jpg 2x)
Come i cambiamenti climatici stanno trasformando lo sport, ma soprattutto il destino olimpico di molte atlete e atleti solo per la loro provenienza geografica.
Tristezza, rabbia e paura: sono tutte emozioni che derivano da qualche forma di attaccamento a qualcosa o a qualcuno. Tuttavia molti di noi imparano a credere che anche l’amore e la felicità siano emozioni.
Tale convinzione oscura sia il nostro bisogno che
l’abilità di essere più consapevoli delle nostre
emozioni e di come le creiamo. Essa deriva dalla perdita di
significato delle parole “amore” e “felicità”. Usiamo queste
due parole in maniera troppo generica al punto che esse sono
diventate due tra le parole più fraintese ed eccessivamente
usate nel nostro linguaggio quotidiano.
Amore è per lo più confuso con
desiderio (ti amo in realtà significa: ti voglio), con
l’attaccamento (amo la mia squadra di calcio), con la dipendenza
(amo la mia cocaina) e con l’identificazione (amo il mio paese).
Quando parliamo di amore in questo senso non parliamo di amore
quanto del suo opposto.
Facciamo lo stesso con la parola
felicità. La usiamo e ne abusiamo in molti
modi. La confondiamo con un possesso (è appena arrivato il
mio tappeto nuovo, sono così felice!), con il consumo (ho
appena mangiato il mio cibo preferito, sono così felice!),
con qualche esperienza stimolante (ho appena visto il film
più recente, sono così felice!) e con il sollievo
(non ho più mal di denti, sono così felice!).
In tutti gli esempi citati stiamo in realtà dicendo che
crediamo che l’amore e la felicità nella vita vengano dal di
fuori di noi e che siano dipendenti dagli altri, dalle circostanze
o da qualche stimolo fisico. Tuttavia, tutti sappiamo profondamente
che vero amore e felicità sono incondizionati, non
dipendenti da qualcosa o da qualcuno, e che si muovono dall’interno
verso l’esterno e non dall?esterno verso l’interno.
Amore vero e felicità possono essere considerati stati
d’essere fondamentali a cui possiamo accedere a piacimento una
volta che abbiamo imparato a rivolgere le nostra attenzione alla
nostra interiorità e a vivere dal dentro al fuori e non dal
fuori al dentro. Essi possono anche essere considerati il nostro
puro potenziale in tutte le situazioni. Quando agiamo con amore
vero facciamo qualcosa per gli altri che porta loro beneficio a
livello spirituale e quando ciò accade sperimentiamo le vera
felicità, che è più simile a una profonda
sensazione di appagamento interiore.
Questo modo di vivere affonda le sue radici nella pace. Se non
siamo in pace con noi stessi non possiamo dare amore. La pace
è, l’amore fa e la felicità (appagamento) ripaga.
Solo allora la nostra autostima e il senso del nostro valore
diventano solide rocce, perché ci rendiamo conto che questi
nuclei di qualità interiori non possono esserci portati via
e che essi sono la base del nostro valore in quanto persone e dei
nostri valori di vita. Quando impariamo ad accedere e a generare
questi stati fondamentali del nostro essere, essi ci danno la forza
di smuovere il nostro carattere in positivo, da quello basato sulla
competizione, sul possesso e sulla sopravvivenza a uno basato sulla
co-operazione, la condivisione e il servizio. In breve, dal
prendere al dare.
Quando scopriamo interiormente ciò che eravamo convinti
si potesse trovare solo esternamente, scopriamo libertà e
serenità profonde. Il metodo per sostenere questa
consapevolezza e connessione è la pratica regolare della
meditazione. Il campo di azione è la relazione con gli
altri. Quando la felicità di una madre non dipende
dall’obbedienza del figlio, allora è capace di “essere
amore” per quel figlio, anche quando imporrà delle regole.
Quando la felicità di un manager non dipende dall’essere in
tempo per le scadenze, né dalla performance dei membri del
suo gruppo, allora saprà essere più attento e
più incoraggiante verso i suoi collaboratori, il che
è alla base di una leadership efficace. Quando gli
innamorati si incontrano, smettono di dirsi “ti amo”, e invece si
dicono “io sono amore per te”.
Domanda: Da dove pensi derivi gran parte della
felicità nella tua vita?
Riflessione: La felicità è una
decisione e non una dipendenza
Azione: Che cosa puoi fare domani nella tua
relazione con una persona in particolare per passare dal desiderare
e sopravvivere al sostenere e servire?
Brahma
Kumaris World Spiritual University
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