
Istituita ufficialmente nel 2002, la Corte penale internazionale giudica su crimini gravi sui quali la giustizia ordinaria non vuole o non può indagare.
La foto vincitrice ritrae un giovane che recita una poesia durante una protesta in Sudan. Tra i vincitori anche due italiani.
La pandemia di Covid-19 sembra, giocoforza, aver preso il sopravvento narrativo ed emotivo su tutto il resto. Il mondo, però, è ancora sconvolto da eterogenei drammi e continuano ad ardere piccole ma indomite braci di resistenza. Questi drammi e queste storie di speranza sono protagonisti del World press photo, il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, organizzato dall’omonima fondazione olandese, che premia le migliori fotografie giornalistiche dell’anno appena trascorso.
Il 16 aprile la World press photo foundation, tramite i propri canali, ha annunciato i vincitori della 63esima edizione del premio, selezionati tra i 4.282 fotografi partecipanti, autori di 73.996 immagini.
La fotografia vincitrice della principale categoria del concorso si intitola Straight Voice, ed è stata scattata dal fotografo giapponese Yasuyoshi Chiba. L’immagine ritrae un giovane, illuminato da telefoni cellulari, che recita una poesia di protesta mentre i dimostranti cantano slogan che chiedono un governo civile, durante un blackout a Khartum, in Sudan.
“Soprattutto nel periodo in cui viviamo, caratterizzato da molta violenza e conflitti, è importante avere un’immagine che ispiri le persone”, ha commentato Lekgetho Makola, a capo della giuria del concorso.
Leggi anche: Le storie delle fotografie che hanno vinto il World press photo 2019
La sequenza di fotografie che si è aggiudicata il World press photo story of the year si intitola Kho, the Genesis of a revolt. Il fotografo francese Romain Laurendeau ha raccontato, con i suoi scatti in bianco e nero, il profondo disagio della gioventù algerina, che, osando sfidare l’autorità, ha ispirato il resto della popolazione a unirsi alla loro azione, dando vita al più grande movimento di protesta in Algeria degli ultimi decenni. I giovani costituiscono più della metà della popolazione algerina e, secondo un rapporto Unesco, il 72 per cento delle persone con meno di 30 anni in Algeria è disoccupato.
“Era impossibile per una parte di me non riconoscermi in questi giovani – ha affermato Laurendeau -. Sono giovani, ma sono stanchi di questa situazione e vogliono solo vivere come tutti gli altri”.
Congratulations to the #WPPh2020 World Press Photo Contest and Digital Storytelling Contest winners! Discover the stories that matter, chosen by an independent jury: https://t.co/mgO5DfIq5E pic.twitter.com/XBU9i3FG3Y
— World Press Photo (@WorldPressPhoto) April 16, 2020
Oltre ai premi principali, il concorso prevede otto categorie: contemporary issues, ambiente, general news, progetti a lungo termine, natura, persone, sport e spot news. La categoria contemporary issues foto singole, è stata vinta dalla foto Nothing personal – the back office of war, di Nikita Teryoshin; l’italiano Lorenzo Tugnoli ha vinto la categoria contemporary issues stories, con la serie The longest war; la categoria ambiente foto singole è stata vinta dalla foto Polar bear and her cub, di Esther Horvath, mentre il secondo italiano vincitore è Luca Locatelli, che si è aggiudicato il premio per la categoria ambiente stories, con la serie The end of trash – Circular economy solutions.
Leggi anche: World press photo 2020, annunciati gli scatti finalisti
Straight Voice di Yasuyoshi Chiba ha vinto anche la categoria general news foto singole; Nicolas Asfouri, autore della sequenza di foto Hong Kong unrest, ha vinto la categoria general news stories. La sequenza di Romain Laurendeau ha trionfato anche nella categoria progetti a lungo termine; la categoria natura foto singole è stata vinta dal belga Alain Schroeder, con la foto Final Farewell; che ha vinto anche la categoria natura stories con la serie Saving orangutans.
Photo of the Day | A Taliban fighter sits in a car in Khogyani, Afghanistan, on 11 December 2019. From ‘The Longest War’ by Lorenzo Tugnoli, Contrasto, for @washingtonpost, nominated in the #WPPh2020 Photo Contest: https://t.co/5bdET7uQkd pic.twitter.com/E1ChoRdbC8
— World Press Photo (@WorldPressPhoto) April 9, 2020
Lo scatto intitolato Awakening Tomek Kaczor, di Gazeta Wyborcza, ha vinto la categoria ritratti foto singole; la categoria ritratti stories è stata vinta da Adam Ferguson, con i toccanti ritratti della serie The haunted. Mark Blinch ha vinto la categoria sport foto singole con lo scatto chiamato Kawhi Leonard’s Game 7 Buzzer Beater; la categoria categoria sport stories è stata vinta da Wally Skalij, autore di Rise from the ashes. La foto Clash with the police during an antigovernment demonstration, di Farouk Batiche, ha vinto la categoria spot news foto singole, mentre Mulugeta Ayene ha vinto la categoria spot news stories con la serie di immagini raccolte sotto il titolo di Ethiopian Airlines Flight 302 crash site.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Istituita ufficialmente nel 2002, la Corte penale internazionale giudica su crimini gravi sui quali la giustizia ordinaria non vuole o non può indagare.
Il crimine contestato al presidente russo riguarda la deportazione illegale della popolazione, soprattuto dei bambini ucraini.
Tra gli autori delle fotografie in gara per vincere il prestigioso concorso di fotogiornalismo, anche diversi italiani. I vincitori saranno annunciati ad aprile.
Alcune immagini per ripercorrere le tappe fondamentali del viaggio istituzionale del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Kenya.
Una delle peggiori situazioni umanitarie al mondo. Il terremoto costringe la Siria ad affrontare un’altra crisi e Avsi si occupa di sostegno e cure.
Chiesta la pena di morte per i sei responsabili della morte dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio in Congo. Contraria la famiglia.
Il rapporto sulle donne detenute in Italia di Antigone mostra un sistema penitenziario declinato al maschile. Ma presenta proposte concrete per migliorare condizioni e diritti.
Il numero di donne incinte o neomamme che soffrono di malnutrizione è salito del 25%. Per l’Unicef si tratta di “una crisi ignorata”.
In occasione dell’8 marzo, abbiamo chiesto a 8 donne startupper di dare tre consigli alle loro stesse di ieri, di oggi e di domani.