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L’azienda di Cupertino sospende il fornitore di Taiwan, Pegatron, accusato di aver commesso illegalità nella gestione del lavoro affidato a studenti.
Apple, la multinazionale statunitense della tecnologica che ha sede a Cupertino, in California, ha sospeso le attività di assemblaggio dei telefoni iPhone da parte della Pegatron, un’azienda di Taiwan. La decisione è arrivata a seguito della scoperta di alcune violazioni e abusi nella gestione dei lavoratori e della manodopera in un programma per studenti-lavoratori cinesi.
Apple ha reso noto di aver scoperto già diverse settimane fa che il produttore taiwanese commetteva irregolarità nell’inquadramento delle ragazze e dei ragazzi, permettendo ad alcuni di lavorare di notte e di fare straordinari in violazione del codice di condotta dei fornitori. Gli studenti venivano registrati come normali impiegati, prima violazione, e in più superavano costantemente l’orario limite pattuito dal contratto, seconda violazione. Dal canto loro, i dipendenti hanno fatto di tutto per coprire le violazioni dell’azienda e lavorare su più turni.
I dirigenti di Pegatron avrebbero anche falsificato i documenti per nascondere le violazioni delle regole sull’impiego degli studenti. L’azienda di Cupertino ha aggiunto che però non sono stati trovati casi di lavoro forzato, né di sfruttamento dei lavoratori.
Appena scoperto il meccanismo, Apple – come affermato dalla stessa società statunitense in un comunicato – ha messo sospeso la concessione di nuove attività fino al completamento dell’azione correttiva e al rientro nei parametri di rispetto del lavoro sanciti dall’azienda.
Pegatron è solo uno dei partner su cui Apple fa affidamento per assemblare i suoi prodotti tecnologici, tra cui l’iPhone. Come i suoi più grandi rivali, Foxconn o Hon Hai Precision Industry, l’azienda taiwanese è parte integrante della catena di fornitura globale dell’azienda di Cupertino, finita più volte al centro delle critiche dei sindacati, sia negli Stati Uniti che in Europa.
L’attuale amministratore delegato di Apple Tim Cook negli ultimi dieci anni ha investito molte risorse per innalzare gli standard di lavoro dei loro fornitori e per avviare controlli nelle centinaia di aziende che producono componenti per i dispositivi della mela. In alcuni casi si è arrivati alla “minaccia” di sospendere il rapporto di lavoro con coloro i quali non avessero rispettato i diritti dei lavoratori. Ma la vastità della catena produttiva di Apple continua a rendere difficile la sorveglianza e con il caso di Pegatron, non sembra siano bastati i precedenti richiami a Foxconn e Catcher Technology per aver infranto le normative sul lavoro volute da Cupertino.
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