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Apple, il percorso verso una tecnologia più sostenibile continua

Apple riduce del 60 per cento le emissioni globali e investe in riciclo, energia rinnovabile e processi produttivi a basse emissioni, per un tech più sostenibile.

Il settore tecnologico occupa una posizione centrale nella transizione ecologica, e al tempo stesso ambivalente: da un lato propone soluzioni innovative capaci di accelerare il cambiamento; dall’altro è parte integrante di un modello economico basato sull’estrazione intensiva di risorse e su dinamiche di consumo che pongono sfide importanti in termini di sostenibilità.

Apple e le energie rinnovabili.
Apple sta progressivamente impiegando energia rinnovabile per tutte le attività aziendali © Apple

Le grandi aziende del tech si trovano in una posizione chiave: hanno la possibilità – e la responsabilità – di indicare nuove direzioni, ridurre la propria impronta e influenzare filiere globali. Analizzare le strategie di un gigante come Apple diventa, allora, un esercizio utile per capire come la tecnologia possa davvero essere alleata dell’ambiente e cosa sta facendo oggi il comparto tecnologico per rispondere – nei fatti – alla missione della sostenibilità.

Ridurre l’impatto: la strategia di Apple

In occasione della Giornata della Terra 2025 del 22 aprile scorso, Apple ha pubblicato il suo nuovo Environmental progress report. L’azienda ha annunciato una riduzione del 60 per cento delle proprie emissioni globali di gas serra rispetto ai livelli del 2015, un dato rilevante, soprattutto se si considera che nello stesso arco temporale i ricavi sono aumentati di oltre il 65 per cento.

L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2030 lungo tutta la catena del valore, compresi i fornitori e l’uso dei prodotti da parte degli utenti.

A supporto di questo percorso, Apple ha messo in campo strategie diversificate. Un impegno imprescindibile è quello di accelerare l’adozione di energia pulita da parte della catena di fornitura. Oggi la filiera globale di Apple utilizza 17,8 gigawatt di energia rinnovabile, frutto della collaborazione con i fornitori e punta a passare al 100 per cento di energia rinnovabile nella produzione relativa ai propri prodotti entro il 2030. L’azienda sta collaborando con i fornitori anche per ridurre l’impatto climatico diretto dei processi industriali.

Altra direzione chiave è lo sviluppo e l’uso di materiali riciclati, che nel 2024 hanno già raggiunto e superato il 99 per cento di terre rare riciclate in tutti i magneti e il 99 per cento di cobalto riciclato in tutte le batterie progettate. Nel 2024, circa il 99 per cento del tungsteno, il 71 per cento dell’alluminio, il 53 per cento del litio, il 40 per cento dell’oro e il 76 per cento del cobalto presenti nei prodotti del marchio arrivavano da fonti riciclate. Altre aree sono l’utilizzo di packaging in fibra al posto della plastica; miglioramenti nella riparabilità dei dispositivi e interventi di efficientamento lungo la supply chain.

A supporto di questo percorso, Apple ha messo in campo strategie diversificate: progressivo impiego di energia rinnovabile per tutte le attività aziendali, con il traguardo del 100 per cento entro il 2030 e 17,8 gigawatt già attivi nella catena di fornitura; sviluppo e uso di materiali riciclati, che nel 2024 hanno già raggiunto il 99 per cento di terre rare in tutti i magneti e di cobalto in tutte le batterie progettate da Apple, il 71 per cento di alluminio e il 40 per cento di oro; packaging in fibra al posto della plastica; miglioramenti nella riparabilità dei dispositivi e interventi di efficientamento lungo la supply chain.

A ciò si aggiungono importanti risultati sul risparmio idrico, con oltre 90 miliardi di galloni (oltre 340 miliardi di litri) di acqua dolce conservati dal 2013, e investimenti in progetti di rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera attraverso il Restore fund: un fondo lanciato nel 2021 che mira a proteggere e rigenerare ecosistemi naturali – come foreste, praterie e zone umide – con l’obiettivo di rimuovere almeno un milione di tonnellate di anidride carbonica ogni anno.

Coinvolgere il consumatore: sostenibilità e consapevolezza ambientale

Ma la transizione ecologica non può basarsi solo su scelte aziendali: anche i comportamenti individuali giocano un ruolo chiave. Per questo, le imprese che vogliono davvero contribuire a un cambiamento sistemico hanno la responsabilità di sensibilizzare chi acquista, promuovendo abitudini più sostenibili e accessibili.

Apple e dispositivi elettronici.
Nel 2023, ogni persona possedeva in media 3,6 dispositivi elettronici, rispetto ai 2,4 del 2018 © iStock

Il settore tecnologico è particolarmente rilevante in questo contesto, considerando che nel 2023 il numero medio di dispositivi elettronici posseduti per persona a livello globale è salito da 2,4 a 3,6 rispetto al 2018 (Digital economy report 2024). Questa diffusione massiva rende fondamentale l’adozione di pratiche sostenibili sia da parte dei produttori che di chi acquista.

A questo proposito, Apple ha introdotto diverse misure per coinvolgere attivamente i consumatori nella propria strategia ambientale. Tra queste, il programma di riciclo dei dispositivi, che offre incentivi per la restituzione di prodotti usati, e l’introduzione di prodotti a impatto neutro, realizzati con materiali riciclati e processi produttivi a basse emissioni. Inoltre, l’azienda sta investendo in progetti per abbinare il consumo energetico dei propri dispositivi all’energia rinnovabile, attraverso lo sviluppo di impianti solari ed eolici dedicati.

Le sfide aperte della tecnologia sostenibile

Se da un lato l’industria tecnologica sta mostrando segnali positivi verso modelli produttivi più responsabili, dall’altro è evidente quanto sia complesso conciliare innovazione, sostenibilità e mercato. Il comparto tech, per sua natura, è legato a cicli di produzione e consumo rapidi, con dispositivi che tendono a diventare obsoleti nel giro di pochi anni, spingendo continuamente verso l’acquisto del “nuovo”.

A questo si sommano alcune criticità strutturali: l’elevata dipendenza dalle risorse rare, spesso estratte in contesti fragili e con impatti ambientali e sociali difficilmente tracciabili; la difficoltà nel garantire filiere davvero trasparenti e verificabili; la necessità di adottare criteri di progettazione che rendano i dispositivi più duraturi, riparabili e aggiornabili nel tempo.

Apple, comparto tech e risorse rare.
Il comparto tech ha un’elevata dipendenza da risorse rare © iStock

Anche le strategie legate alla neutralità climatica, sempre più adottate dal settore, meritano un’analisi approfondita: in molti casi, alla riduzione effettiva delle emissioni si affiancano misure di compensazione che, se non fondate su criteri rigorosi e verificabili, rischiano di spostare il problema, senza affrontarne le cause strutturali.

L’impegno verso una tecnologia sempre più sostenibile, insomma, è in corso e va riconosciuto. Ma è altrettanto importante che resti al centro dell’attenzione il quadro complessivo in cui queste azioni si collocano: un sistema che ha ancora molto da evolvere e in cui la sostenibilità dovrà diventare sempre più un requisito di base, e non solo un’opzione virtuosa.

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