Per salvare le barriere coralline c’è un drone sottomarino, made in Trentino

Leggero, trasportabile in uno zaino, economico. E aiuterà i ricercatori a effettuare ricerche sul campo. ArcheRoy è il drone sottomarino made in Rovereto.

Nato tra le montagne trentine, ArcheoRov è il drone progettato per esplorare i fondali marini. Messo a punto da Witlab, laboratorio innovativo situato a Rovereto nell’ambito del Progetto Manifattura, il drone rappresenta una novità per l’esplorazione subacquea e la ricerca scientifica sottomarina.

Il drone è stato realizzato in seguito alla richiesta dell’azienda Arc-Team di Cles, che desiderava un veicolo leggero per esplorare i fondali dei laghi alpini. Il drone progettato dal laboratorio trentino pesa solo 6 chilogrammi contro i 70-80 dei comuni droni in commercio e può essere trasportato comodamente dai ricercatori in uno zainetto.

Un drone per esplorare la barriera corallina

ArcheRov al momento è filoguidato da una boa, ma l’obiettivo dei ricercatori trentino è quello di collegarlo a un sistema gps che permetta di tracciare un’area da scansionare in modo automatico da parte del robot. Dalle foto dei fondali allo studio delle specie bentoniche, dall’esplorazione della barriera corallina per chi non ha il brevetto di sommozzatore, sub, fino al monitoraggio dell’inquinamento delle coste, il drone è un mezzo dedicato per specialisti e appassionati, altamente sofisticato, personalizzabile e opensource, e sarà venduto al pubblico ad un prezzo abbordabile.

“Abbiamo avuto le richieste più disparate”, spiega Andrea Saiani, uno dei due ideatori. “Da hotel sul mare che vogliono usarlo per i clienti per esplorare scogliere e relitti, a biologi che studiano comportamenti di specie bentoniche, dagli archeologi che vogliono fare ricerche sui fondali senza spendere ore sott’acqua (specie in ambienti estremi), riducendo i costi e i rischi di missione, alle associazioni per la protezione dell’ambiente“.

Uno strumento per la conservazione e la tutela dell’ambiente

ArcheoRov raggiunge una profondità di 100 metri, controllato comodamente da terra da un computer o tablet via una boa wi-fi opzionale. Grazie al sistema open, basato su due protocolli di hardware open: OpenROV e BlueROV, amatori e addetti ai lavori potranno aggiungere strumenti come un ph tester, un termometro,, scanner 3d di fondali e imbarcazioni, fotocamera ad alta definizione e sonar.

Archerov © Witlab

“Il drone svolge un lavoro importante per la pulizia di fondali. Depositi di rifiuti, smaltimento illegale, sversamenti, possono essere facilmente individuati grazie ad ArcheoRov», spiega Emanuele Rocco, socio di Andrea. “Uno strumento utilissimo per chi fa conservazione e si batte per un ambiente più pulito e la tutela delle specie marine. Per questo offriremo anche uno sconto alle associazioni ambientali se sono interessate ad utilizzarlo per questi scopi”.

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