
La Cop26 è stata un appuntamento vitale per l’Africa che contribuisce in misura minima ai cambiamenti climatici, ma ne sopporta le conseguenze peggiori.
Una bella notizia dalla Cop 26: la rotta migratoria di tartarughe marine, balene, squali e razze nel Pacifico diventerà area marina protetta.
Un’immensa area marina protetta che si estende su oltre 500mila chilometri quadrati. Un corridoio interdetto alla pesca proprio in corrispondenza della rotta migratoria di tartarughe marine, balene, squali e razze. Si chiama Corridoio marino del Pacifico tropicale orientale (Eastern tropical pacific marine corridor) ed è stato annunciato congiuntamente martedì 2 novembre dai governi di Panama, Ecuador, Colombia e Costa Rica.
In occasione della Cop 26 di Glasgow, il presidente dell’Ecuador Guillermo Lasso era stato il primo a promettere di espandere di 60mila kmq la riserva marina delle Galápagos, che già ammonta a 133mila kmq ed è l’habitat di varie specie in via di estinzione, come lo squalo balena (Rhincodon typus) e lo squalo martello smerlato (Sphyrna lewini). L’aveva seguito il presidente della Colombia Ivan Duque Márquez, impegnandosi di passare da 160mila a 280mila kmq di aree marine protette.
Il Corridoio marino del Pacifico tropicale orientale mette a sistema queste iniziative e cerca di salvare dalla pesca incontrollata ed eccessiva un ecosistema di valore inestimabile. Segnando così un importante passo avanti verso l’auspicio di proteggere il 30 per cento del Pianeta entro il 2030. Un traguardo caldeggiato dagli scienziati ma che tuttora appare lontanissimo, visto che ad oggi risulta protetto appena il 7 per cento degli oceani.
“Durante questa Cop, una delle discussioni chiave ha riguardato la fiducia, la capacità di fare le cose. Qui intorno è pieno di cartelli che dicono: ‘Basta col bla bla bla, agite adesso’. In questo caso, questi quattro paesi dell’America latina, dei tropici, hanno deciso di agire adesso e fare un primo passo per dimostrare che proteggere gli oceani è possibile”, ha affermato il presidente del Costa Rica, Carlos Alvarado Quesada. “Con questa dichiarazione, noi quattro dichiariamo la nostra volontà di istituire una delle più grandi, se non la più grande area marina protetta nel Pacifico tropicale”.
Fra i protagonisti di questo progetto c’è anche la Colombia che, poche ore prima, diramava un altro annuncio di prima importanza. “Oggi prendiamo atto di una cosa: se vogliamo davvero ridurre le emissioni entro il 2030 e raggiungere la carbon neutrality, dobbiamo introdurre il concetto di ‘nature positive’ nelle nostre menti e nei nostri cuori”, ha dichiarato il presidente Ivan Duque Márquez.
“Non aspetteremo fino al 2030 per designare come area protetta il 30 per cento del nostro territorio. Raggiungeremo questo obiettivo nel 2022”, ha continuato. Circa la metà dell’estensione terrestre della Colombia è coperta da foreste tropicali: salvaguardarle significa fare un investimento nel futuro del clima ma anche nella sussistenza della popolazione, considerato che forniscono l’energia idroelettrica e il 70 per cento dell’acqua dolce disponibile.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La Cop26 è stata un appuntamento vitale per l’Africa che contribuisce in misura minima ai cambiamenti climatici, ma ne sopporta le conseguenze peggiori.
Com’è andata la Cop26, un commento a mente fredda sulla conferenza sul clima di Glasgow. Non è ancora il tempo per abbandonare la speranza.
L’intesa punta al 2035 per la definitiva affermazione dei mezzi a zero emissioni. Il nostro paese non firma, sì dalle città di Roma, Firenze e Bologna.
Sabato 13 novembre, un giorno più tardi del previsto, è terminata la Cop26. Luci e tante ombre nel Patto di Glasgow sul clima, indebolito dall’India.
Nella mattinata di sabato 13 novembre è stata diffusa una terza bozza di dichiarazione finale alla Cop26 di Glasgow.
La parità di genere è a pieno titolo un tema della Cop26, perché le donne sono particolarmente esposte alle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Gli inviati alla Cop26 di Cina e Stati Uniti hanno annunciato, a sorpresa, una cooperazione per abbattere le emissioni di gas ad effetto serra.
Dalla Cop26 ci si attendono anche risposte chiare sulla necessità di operare una transizione ecologica che sappia garantire la parità di genere.
All’alba di mercoledì 10 novembre, dopo una notte di negoziati, è stata pubblicata la prima bozza di accordo alla Cop26 di Glasgow.