Australia, il nuovo governo non parla di clima

Il nuovo governo conservatore guidato da Tony Abbott, nato in seguito alle elezioni che si sono tenute il 7 settembre, ha deciso di abolire nel primo giorno di lavoro gli enti che si occupano di cambiamento climatico creati dal precedente governo laburista.

A spingere il primo ministro dell’Australia Tony Abbott a
scegliere per l’abolizione degli enti che si occupano di
cambiamento climatico sarebbero state le ristrettezze economiche.
In particolare è stata abolita la commissione sul Clima che
sensibilizzava l’opinione pubblica sull’impatto del riscaldamento
globale perché, a detta del nuovo ministro dell’Ambiente
Greg Hunt, bisogna fermare “disinformazione e propaganda”. Al tempo
stesso è stata avviata la procedura di chiusura
dell’autorità sul cambiamento climatico che aveva una
funzione consultiva, cioè consigliava il governo su come
meglio raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di
CO2.

Esponente di spicco dell’autorità era Tim Flannery,
giornalista scientifico e autore di libri come “I signori del clima” (edito da Corbaccio) e di
27 rapporti sul riscaldamento globale. In “The critical decade” aveva elaborato una
ricetta su come ridurre drasticamente le emissioni di CO2 nei
prossimi 30-35 anni.

L’estate australiana 2012-2013 è stata tra le più
calde in assoluto. A Sydney e in diversi stati meridionali,
compresa l’isola di Tasmania, le temperature hanno toccato nuovi
record e superato i 40 gradi per diversi giorni e gli incendi hanno
distrutto centinaia di abitazioni e migliaia di ettari di
foreste.

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