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Secondo quattro studi indipendenti, il caldo record che ha colpito l’Australia nel 2013 confermerebbe che il riscaldamento globale è colpa dell’uomo.
Quattro studi indipendenti hanno confermato, una volta di più, che il caldo estremo registrato nel 2013 in Australia sarebbe stato impossibile senza le emissioni di gas serra di origine antropica.
Il giorno più caldo, il mese più caldo, la primavera più calda e l’estate più calda dall’inizio delle rilevazioni, nel 1910, non sarebbero stati possibile senza una responsabilità dell’uomo.
I quattro studi sono stati condotti dai ricercatori dell’Università del Nuovo Galles del Sud, dalla Università di Melbourne e dalla Università nazionale australiana (ANU), che hanno lavorato sul progetto per un’edizione speciale del Bollettino della Società meteorologica americana.
Secondo gli scienziati, proprio il meccanismo innescato dai gas serra di origine antropica ha reso 2.000 volte più probabile le condizioni verificatesi nel 2013.
“Quando si tratta di stabilire che cosa abbia causato il nostro anno più caldo mai registrato, il cambiamento climatico non è più semplicemente un sospettato, è il colpevole“, ha affermato il professor David Karoly dell’università di Melbourne, che ha contribuito alla ricerca.
Per Sarah Perkins, invece, ricercatrice dell’Università del Nuovo Galles del Sud, “esiste una certezza superiore al 90 per cento che il cambiamento climatico indotto dall’uomo abbia aumentato la probabilità del verificarsi delle ondate di calore”.
Dai dati rilevati dagli studi, la temperatura media dell’Australia sarebbe aumentata di 1°C dal secolo scorso e potrebbe registrare un +5°C entro il 2070, con aumento di piogge, ondate di caldo estremo e siccità, qualora non venissero tagliate le emissioni di gas serra immediatamente.
Inutile dire che gli scienziati australiani dovranno attendere una amministrazione diversa da quella guidata da Greg Hunt per veder realizzate le proprie speranze.
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