
Il traffico aereo è responsabile del 2,4% delle emissioni di CO2, il che rende urgente l’avvio di azioni concrete da parte del settore per limitare l’impatto dei voli. L’esempio virtuoso di Air Dolomiti.
Nuove foto scattate vicino a Palm Island documentano il fenomeno dello sbiancamento dei coralli che minaccia la sopravvivenza di questo straordinario ecosistema.
Le barriere coralline sono costruzioni magnifiche e bizzarre, vere e proprie cattedrali viventi erette da minuscole creature gelatinose, i polipi. L’esempio più grandioso di queste opere d’arte naturali è la Grande barriera corallina australiana che si estende per oltre 2.400 chilometri e in certi punti raggiunge uno spessore di centocinquanta metri. Tra poco più di trenta anni la Grande barriera corallina australiana, ecosistema che ospita migliaia di specie differenti, sarà probabilmente composta da banchi di detriti in rapida erosione.
Secondo i ricercatori le barriere coralline, evolutesi attraverso varie ere geologiche, non sopravvivranno all’uomo e saranno i primi ecosistemi a raggiungere l’estinzione ecologica nell’era moderna. Negli ultimi decenni la presenza di coralli nei Caraibi è diminuita di oltre l’80 per cento.
Una delle principali cause del progressivo declino delle barriere coralline è noto come “sbiancamento dei coralli”. I primi importanti casi di sbiancamento sono stati registrati alla fine degli anni Novanta e si stima che la frequenza e l’intensità di questo fenomeno sia destinata ad acuirsi in relazione all’aumento delle temperature globali.
Quando la temperatura dell’acqua supera un certo limite il legame simbiotico tra i coralli e i loro inquilini, microscopiche piante chiamate zooxantelle, si interrompe. A causa di un’anomala reazione chimica i coralli scacciano le zooxantelle (che conferiscono loro il colore caratteristico) e così facendo diventano bianchi, smettono di crescere e, solitamente, muoiono.
Una nuova grave ondata di sbiancamento di coralli è stata registrata la scorsa settimana nei pressi di Palm Island, ed è stata documentata da alcuni sub dell’Australian Marine Conservation Society, che hanno poi inviato le fotografie al quotidiano britannico Guardian. Secondo l’agenzia federale statunitense Noaa (National oceanic and atmospheric administration), gran parte della Grande barriera corallina sarebbe a rischio sbiancamento entro il prossimo mese, perché sono state registrate temperature dell’acqua insolitamente calde al largo dell’Australia orientale. Secondo la Great Barrier Reef Marine Park Authority la temperatura dell’acqua, da Cape Tribulation a Townsville, è stata di due gradi maggiore rispetto alla media di questo periodo.
In base alle previsioni del Noaa la barriera corallina dovrà affrontare nelle prossime quattro settimane un elevato rischio di mortalità. Imogen Zethoven, manager della Great Barrier Reef Compaign, ritiene insufficiente il fondo di un miliardo di dollari stanziato lo scorso anno dal governo australiano per proteggere la barriera corallina, inferiore ai finanziamenti concessi alle attività di estrazione dei combustibili fossili, una delle cause primarie del degrado della barriera. “È immorale che quelli di noi che stanno dedicando la propria vita per cercare di proteggere l’ambiente debbano pagare tasse che sovvenzionano infrastrutture che causano i cambiamenti climatici – ha affermato Zethoven. – Se non invertiamo questa tendenza la nostra industria del turismo sarà condannata”.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il traffico aereo è responsabile del 2,4% delle emissioni di CO2, il che rende urgente l’avvio di azioni concrete da parte del settore per limitare l’impatto dei voli. L’esempio virtuoso di Air Dolomiti.
Viviamo in un mondo caratterizzato da molte crisi: sanitaria, economica e climatica. Da qui, nasce l’idea di creare una Costituzione della Terra.
Vaste aree della barriera sono state vittima di uno sbiancamento di massa, simile a quelli che tra il 2016 e il 2017 ne distrussero quasi metà.
Con l’installazione di Termoli ha preso il via la campagna “L’impronta del gigante invisibile”: ognuno di noi produce 7 tonnellate di CO2 all’anno.
Catania vive ore drammatiche a causa di un ciclone che potrebbe trasformarsi in un Medicane (Mediterranean Hurricane), un uragano paragonabile a quelli di origine tropicale.
Intervista a Gianmaria Sannino, climatologo dell’Enea: il Mediterraneo è un hotspot climatico, 50 gradi in Sicilia rischiano di diventare una consuetudine.
Nuovo rapporto del Cmcc mostra che le ondate di calore e le alluvioni saranno comuni a tutte le città, con una tendenza di crescita che appare già in atto. Ma le politiche di adattamento funzionano.
Uno studio della Banca Mondiale ha stimato il numero di migranti che potrebbero fuggire dalle loro terre, entro il 2050, per colpa del clima.
Intervista a Piera Tortora, coordinatrice del progetto Sustainable ocean for all dell’Ocse: “Si rischiano effetti globali catastrofici e irreversibili”.