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I big data aumentano l’efficienza della produzione di auto e alleggeriscono il lavoro dei tecnici. Scopriamo come migliorano il settore in tema di sostenibilità.
Attenzione totale alla qualità. Margini d’errore ridotti al minimo. Questa mentalità guida la progettazione e la produzione in casa Audi. E questa attenzione al più piccolo dettaglio spiega la crescita di cui è stato protagonista il brand di Ingolstadt negli ultimi venticinque anni. Perché un’automobile di qualità non è solo quella su cui vengono utilizzati i rivestimenti più pregiati o quella che promette le prestazioni migliori. Tiene conto di altri aspetti; meno evidenti ma, se possibile, ancora più importanti, perché da essi dipende anche la sostenibilità ambientale del prodotto, durante il suo ciclo di vita e nel corso della produzione, e la sua durata nel corso degli anni.
Partiamo da un elemento apparentemente secondario, ma rivelatore. In Audi, e nel Gruppo Volkswagen in generale, vanno molto fieri da anni del rigoroso allineamento delle varie parti della carrozzeria delle proprie auto. Da cosa dipende? Dalla precisione dei processi di assemblaggio. Un fattore molto facile da riscontrare, anche per chi non ha un occhio esperto. Basta infatti guardare la distanza che c’è tra le lamiere (tra portiera e montanti, per esempio, oppure tra portellone e carrozzeria): più questa è ridotta e costante fra tutte le sezioni, meglio è. Non tanto e non solo per questioni di “status”, ma di efficienza aerodinamica. Minori sono gli spazi vuoti, minore sarà la resistenza aerodinamica. Quindi, minori i consumi e le emissioni inquinanti.
Questa attenzione posta nel montaggio delle vetture si allarga ovviamente anche alle parti nascoste: telaio, sospensioni, vano motore, ecc. Da ciò dipende la solidità delle vetture nel tempo, la loro capacità di non generare vibrazioni e “scricchiolii” anche dopo molto tempo e parecchi chilometri.
Al fine di arrivare alla produzione di automobili che soddisfino i più alti standard qualitativi, è necessario, da una parte, sviluppare processi produttivi sofisticati e affidabili, Dall’altra, non si può prescindere da un controllo a posteriori su ciò che esce dalle linee di produzione. Un aspetto, quest’ultimo, di cui sono responsabili l’Ingegner Ralf Hofmeister, Dirk Zitterell e Rudolf Reinhard dell’Audi Production Lab. Spiega Hofmeister: “Abbiamo a disposizione uno strumento chiamato K-PoWa che usiamo durante la costruzione della carrozzeria, per analizzare tutta la catena delle operazioni che compongono il processo, tenendo presente i flussi di lavoro”.
La misurazione di tutte le carrozzerie e di tutti i “sottoinsiemi” di componenti principali (lungo 92 stazioni di misurazione, sfruttando 412 sensori, per un totale di circa 1.000 punti di rilevazione per ogni modello) è importante anche per la comprensione a posteriori di ciò che può essere migliorato. Ancora Hofmeister: “In questo modo possiamo sapere se ci sono anomalie nella produzione relative alla geometria del veicolo, se hanno un impatto sul risultato complessivo o se si influenzano a vicenda. Utilizzando la scienza dei dati per rilevare le anomalie, possiamo eseguire un monitoraggio statistico completamente automatizzato delle misurazioni”. Tutto ciò genera una mole impressionante di dati: circa tre milioni di record ogni giorno. “Se agissimo manualmente, non saremmo in grado di monitorare simili volumi di dati. È qui che entra in gioco K-PoWa: questo strumento dimostra che cosa significa Industria 4.0 e in che modo i big data possono aiutarci”.
Una produzione di qualità permette di creare automobili meno impattanti sull’ambiente. Fabbriche evolute, capaci di lavorare sfruttando i big data, sono però più sostenibili anche in sé. I big data, infatti, aumentano l’efficienza della produzione: la fusione, l’elaborazione e la valutazione mirata dei dati permettono di evitare errori, in modo che le risorse e i materiali siano utilizzati con parsimonia ed efficienza. Il tutto, mentre l’ottimizzazione delle operazioni di produzione alleggerisce il lavoro dei tecnici e incrementa la flessibilità dei processi. “Come brand premium ci poniamo standard molto elevati” conclude Rudolf Reinhard. “La nostra tecnologia di misurazione preventiva rende la produzione più sostenibile: è efficiente in termini di costi e contribuisce a diminuire sia il consumo di energia, sia la generazione di rifiuti”.
Se i big data hanno una grande rilevanza oggi, ancora più grande ce l’avranno in futuro. All’interno dell’Audi Production Lab, infatti, si mettono a punto diverse nuove tecnologie. “Collaboriamo con i colleghi della produzione per sviluppare strumenti all’avanguardia per l’analisi dei dati, sia nella produzione che nella pianificazione. Il Lab funge da interfaccia tra innovazione e produzione e fornisce un supporto mirato ai tecnici e ai responsabili della pianificazione”, spiega al riguardo Rudolf Reinhard, dell’Audi Production Lab.
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