Auto e sicurezza, perché (e come) la realtà aumentata può aiutarci

Più informati, più sicuri. La realtà aumentata può rendere più chiara e immediata l’interazione fra uomo e auto, riducendo le distrazioni al volante. Ecco come.

Da un lato, auto sempre più complesse che forniscono una serie infinita di informazioni. Dall’altro, la strada e il traffico, che non ammettono distrazioni. Nemmeno per un istante. Apparentemente, si tratta di due mondi inconciliabili. Nella realtà, la tecnologia dà una grande mano. Sì, perché se le informazioni disponibili a bordo aumentano in quantità e qualità (nel senso che sono di complessità crescente, col passare del tempo), gli strumenti su cui vengono rese disponibili stanno a loro volta crescendo. Nelle dimensioni, certo, ma anche nel livello e modalità di leggibilità.

Una tendenza che il Gruppo Volkswagen ha intercettato con grande tempismo, come dimostra la disponibilità, già adesso, della tecnologia head-up display arricchita dalla realtà aumentata; quest’ultima, sia ben chiaro, si può utilizzare anche in altri ambiti, come quello della progettazione. Attenzione: non stiamo parlando di auto costose e accessibili a pochi, bensì di ID.3 e ID.4, ovvero le due elettriche che, al momento, rappresentano i modelli di accesso alla gamma a batterie della casa di Wolfsburg. Modelli, dunque, potenzialmente alla portata di molti. Tornando al punto, non “solo” i dati e le indicazioni vengono proiettate sul parabrezza, ma un software evoluto permette di sovrapporre alla realtà alcuni simboli, attraverso i quali tutto viene reso più leggibile e facilmente interpretabile. Vediamo come funziona.

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La tecnologia head-up display è arricchita dalla realtà aumentata © Modo

Head-up display a realtà aumentata, cos’è e come funziona

Nel concreto, l’head-up display (HUD) a realtà aumentata suddivide la proiezione delle informazioni su due livelli virtuali, che però all’occhio umano appaiono assolutamente veri. Su quello più vicino – che “galleggia” a una distanza che nella realtà sarebbe equivalente a circa tre metri – trovano spazio le informazioni più strettamente legate alla sicurezza: velocità, segnali stradali e altri simboli utili. Il tutto è riportato sotto forma di una fascia piatta e in modo statico, che non dia adito a dubbi.

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Head-up display © Modo

Più lontano, a circa dieci metri di distanza (e diagonale virtuale di 1,8 metri), sono proiettate invece le informazioni relative ai sistemi di assistenza alla guida, le indicazioni di svolta, i punti di partenza e le destinazioni del sistema di navigazione. Insomma, qui è stato collocato tutto ciò che non incide direttamente e immediatamente sulla sicurezza di marcia. Si tratta quindi di una disposizione molto razionale che permette, anche senza che il guidatore se ne renda conto, di dare maggiore importanza a ciò che davvero merita più attenzione.

In auto, fra reale e virtuale

Se non avete mai provato un dispositivo di realtà aumentata tutto questo vi sembrerà quasi fine a se stesso. In verità, soprattutto nel caso della guida di un’auto (ma non solo, come dimostra il caso Audi), si tratta di un grande passo avanti in termini di fruizione di un gran numero di informazioni, senza che questo comprometta la sicurezza. Facciamo un esempio con la navigazione (siamo sul secondo livello, quindi), per capirci meglio: nel punto in cui è prevista una svolta, il sistema fornisce due indicazioni al guidatore.

La prima è una notifica anticipata a livello della strada. La seconda è costituita da tre frecce posizionate sul bivio stesso, che diventano più grandi e trasparenti (per permettere una visione nitida della strada) all’avvicinarsi dell’auto al punto di svolta stesso. Per farla ancora più semplice, in questo modo si scongiura il rischio di sbagliare uscita dalla rotatoria, per esempio; oppure di imboccare lo svincolo sbagliato in autostrada.

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La realtà aumentata in auto permette di fruire di informazioni senza compromettere la sicurezza © Modo

Sempre sul secondo livello vengono riportate le indicazioni del Lane assist. Nel caso in cui ci si avvicini ai bordi della corsia, le linee virtuali presenti nell’HUD diventano arancioni. Quando invece si attiva il Travel assist (l’insieme dei sistemi di assistenza alla guida che gestisce acceleratore, freni e sterzo, sempre sotto la supervisione del guidatore), due linee verdi si accendono nel mezzo dell’head up display. Oppure, ancora, se gli ADAS sono disattivati, un alert rosso si attiva nel caso in cui ci si avvicini troppo rapidamente al veicolo che precede.

Un cervellone elettronico per lo studio della realtà circostante

Se la tecnologia dell’head-up display è relativamente conosciuta, l’aggiunta della realtà aumentata complica non poco le cose. Cuore di tutto è la Pgu (Picture generation unit). Posizionata in profondità all’interno della plancia, in uno dei due computer centrali della vettura, sfrutta un software che determina il posizionamento delle indicazioni virtuali in modo che coincidano con i punti che devono essere messi in evidenza.

A fornire le informazioni sulla realtà circostante alla Pgu provvedono la fotocamera anteriore, il radar e il navigatore. Ultimo ma non meno importante: i display virtuali sono ovviamente stabilizzati, per evitare distorsioni delle immagini o instabilità delle stesse. Due eventualità che vanificherebbero tutto il resto.

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