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Transizione elettrica e digitale stanno rivoluzionando il settore auto. Occorre investire sulle competenze per affrontare il cambiamento in atto: l’esempio Audi.
Trasformare il profondo cambiamento in atto nell’industria automotive in opportunità. Un cambiamento, inteso come elettrificazione e digitalizzazione, che porta con sé molte sfide, legate anche al mondo del lavoro, a quelle professionalità chiamate a una vera rivoluzione. Audi è all’avanguardia anche in quest’ambito, pronta a introdurre nuove strategie per offrire ai propri collaboratori nuove opportunità e strumenti di formazione. Il che, ovviamente, costituisce innegabilmente un vantaggio non solo per l’azienda stessa, che può così contare su un personale più qualificato, ma anche per gli stessi lavoratori, che potranno così adattare le loro competenze a un mondo della mobilità in velocissima evoluzione. Una filosofia, questa, seguita anche da altri marchi all’interno del Gruppo.
Heinrich Eibel, talent manager in Audi IT, va dritto al punto: “Selezioniamo persone entusiaste di conoscere e approfondire nuove tematiche, indipendentemente dalle loro qualifiche. E crediamo molto nel concetto di apprendimento permanente”. Una parte della selezione avviene dunque tra i collaboratori di Audi, che vengono inseriti in programmi (della durata compresa fra i 6 e i 18 mesi) dedicati allo sviluppo di nuove competenze e conoscenze dei sistemi IT. La strategia Audi è precisa: è fondamentale che ogni cambiamento venga elaborato insieme alle persone che lavorano in azienda, senza lasciare indietro nessuno, perché proprio i collaboratori sono l’elemento più importante in questa fase di transizione. Cosa serve per affrontare il cambiamento? Coraggio, determinazione e apertura verso le novità. Un approccio imprescindibile per rispondere adeguatamente e in tempi rapidi alle nuove sfide. Stiamo parlando per esempio di tecnologie inedite, esigenze e tipologie di clienti in evoluzione, processi industriali. Il contesto sta cambiando a 360 gradi e sono dunque necessarie nuove competenze, senza dimenticare alcune funzioni tuttora indispensabili.
Uscire dalla propria zona di comfort, farsi trovare pronti al cambiamento, mostrare capacità di iniziativa, disciplina e indipendenza. Parole che nel caso di Audi trovano spesso applicazione pratica nel percorso professionale dei collaboratori. Come nel caso di Sören Gall, il cui percorso interno in qualche modo rappresenta un caso positivo di “adattamento”; entrato in Audi nel 2009 come tecnico elettronico per la tecnologia di automazione, dopo la laurea in gestione dei processi e della produzione, grazie a uno stage trascorso fra il centro di analisi e start up e il reparto manutenzione diventa designer di soluzioni IT.
Di casi come quello citato sopra ce ne sarebbero numerosi. Ma una cosa è certa, i costruttori auto stanno sempre più creando al loro interno progetti di riqualificazione professionale. Lo conferma Thomas Hasenbank, attuale Responsabile della selezione, dell’HR Advisory center e dell’Audi Academy in Audi AG. Il suo ruolo è quello di supportare (insieme ovviamente a un team di esperti) i collaboratori Audi dalla formazione al pensionamento e, oggi, nella trasformazione verso la mobilità elettrica e digitale: “I programmi di qualificazione, come Digital shift a Neckarsulm o Digital future a Ingolstadt, sono solo l’inizio. Come hub di eccellenza operativa nel dipartimento risorse umane – ha proseguito Hasenbank – assumiamo, consigliamo e qualifichiamo con un approccio all’avanguardia”.
La transizione digitale passa anche dal reclutamento di nuove risorse, effettuato sempre più tramite metodologie di selezione non convenzionali. Per rimanere all’esempio di Audi, l’approccio della casa tedesca è quello di dare maggiore importanza all’interesse dei candidati verso la digitalizzazione e all’IT rispetto alle esperienze precedenti. “Il cambiamento digitale ha consentito a molti colleghi di passare a mansioni da ‘colletti bianchi’, sviluppando nuove competenze”, spiega Stefanie Ulrich, Direttrice del dipartimento Risorse umane dello stabilimento Audi di Neckarsulm. “Si tratta di una trasformazione che richiede misure non convenzionali e una forza lavoro aperta a nuovi modi di pensare e agire”.
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