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Qual è l’autonomia di un veicolo elettrico? Si può viaggiare da Bolzano a Reggio Calabria in tutta sicurezza? Ne parliamo nel secondo capitolo di Bugie!
La sicurezza degli oltre 500 chilometri garantiti da un pieno di benzina contro i dubbi sulla reale percorrenza assicurata da un veicolo elettrico. La consapevolezza di poter contare su una rete capillare di distributori lungo tutta la Penisola contro il timore di non trovare una colonnina di ricarica in caso di emergenza. Quando si parla degli elementi che in questi anni hanno frenato una diffusione più ampia delle auto elettriche in Italia, quello dell’autonomia è da sempre uno dei temi più ricorrenti. E invece “si tratta più che altro di un limite psicologico, di una paura sulla quale bisogna lavorare”. Parola di Daniele Invernizzi, ingegnere elettronico e presidente di eV-Now Foundation. Docente e formatore, divulgatore, networker e driver elettrico da quasi 15 anni, Invernizzi collabora con case automobilistiche e con grandi aziende dell’elettrificazione italiana e non solo.
A fronte di una certa diffidenza da parte dei consumatori che tende a perdurare, negli ultimi anni l’autonomia delle auto elettriche si è evoluta in maniera considerevole. “Oggi – spiega Invernizzi – abbiamo veicoli che, alle velocità previste dal codice della strada, riescono a percorrere tra i 400 e i 600 chilometri a tratta, prima di dover essere ricaricati”. Dal punto di vista tecnico, il grande lavoro fatto nell’ultimo periodo “non è stato tanto quello di arrivare ai fatidici 1.000 chilometri percorribili con una sola ricarica, che è un limite psicologico, quanto piuttosto quello di migliorare la curva di ricarica, ovvero la potenza di ricarica per un determinato periodo di tempo”.
Si tratta di un aspetto strettamente legato all’autonomia, perché “permette con piccoli rabbocchi di ripristinare i chilometri che ci servono per percorrere l’intero Stivale: il tutto con tempi di sosta compatibili con i 15/20 minuti ai quali siamo abituati nelle stazioni di servizio”. Questo significa che se con un’auto elettrica si possono percorrere 400 chilometri in autostrada con un pieno e si riesce a ripristinarli con una ricarica non più lunga di 15 minuti, con 3 sole soste è possibile attraversare tranquillamente tutta l’Italia, da Bolzano a Reggio Calabria.
Alla base di questi notevoli passi in avanti c’è stata la combinazione tra un’ingegneria elettrochimica sempre più fine e un’importante evoluzione dei sistemi di ricarica. Da un lato si è riusciti ad ottenere batterie decisamente più robuste rispetto al recente passato, con dei sistemi di gestione termica sempre più affidabili. Al contempo i sistemi di ricarica hanno raggiunto potenze notevoli “con un’affidabilità superiore al 99,7 per cento”.
Ora è lecito chiedersi se ci siano ulteriori margini per aumentare l’autonomia delle auto elettriche. Se gli addetti ai lavori hanno un’idea abbastanza chiara di quale sarà l’evoluzione nei prossimi 3-5 anni, entro un decennio potremmo assistere a una vera e propria rivoluzione. “Le vetture elettriche – evidenzia Invernizzi – sono diventate più efficienti e continueranno lungo questo percorso virtuoso. Gli stessi veicoli che, solo pochi anni fa, avevano bisogno di una batteria da 100 kilowattora per garantire un’autonomia di circa 350 chilometri in autostrada, oggi percorrono almeno 500 chilometri con una batteria da 75 kilowattora. Il cambiamento è stato radicale, grazie al fatto che le auto sono diventate più efficienti e più leggere”. La vera sfida del prossimo futuro non si giocherà tanto sulla capacità delle batterie, quanto piuttosto sull’efficienza dei sistemi. In sostanza il comparto dell’automotive “non avrà bisogno di stravolgere le batterie aumentandone la capacità, perché riuscirà a migliorare di decine di punti percentuali l’efficienza dei sistemi, quindi dei motori e della catena cinematica dei veicoli”.
Un altro tema da sempre molto dibattuto è quello secondo il quale, in caso di temperature atmosferiche particolarmente rigide, l’autonomia delle auto elettriche cali in maniera considerevole. Un altro mito da sfatare secondo Invernizzi, soprattutto se consideriamo i veicoli alla spina di ultima generazione: “Questi casi si verificavano soprattutto in passato. Oggi le auto elettriche hanno dei sistemi di gestione climatica delle batterie molto sofisticati e l’autonomia cala in maniera davvero poco considerevole”. L’autonomia può scendere di più su veicoli che restano fermi per lunghi periodi, all’aperto e in inverno, perché in quel caso si raffreddano i sistemi e il pacco batterie; ma lo stesso fenomeno avviene anche sui veicoli tradizionali, perché un mezzo freddo impiega più tempo a scaldarsi, con la differenza che il lavoro principale che fa un motore endotermico è quello di generare calore, un’inefficienza che di inverno gioca a suo favore”.
A proposito di rifornimento, “l’ansia da colonnina di ricarica” è suffragata dai dati? In Italia assolutamente no, secondo Invernizzi, dal momento che il nostro Paese “ha la rete elettrica migliore d’Europa e una delle più performanti al mondo, decisamente migliore, ad esempio, di quella degli Stati Uniti. La nostra rete elettrica è quella meglio gestita, abbiamo Terna, premiata anche lo scorso anno come miglior gestore di rete elettrica al mondo perché capace di introdurre il maggior numero di innovazioni”. Ma più in generale le competenze del nostro Paese nell’elettrotecnica sono invidiate in tutto il globo, dalla posa di cavi sottomarini alla trasmissione di energia in corrente continua. Il risultato è che già al momento rispetto al resto d’Europa “siamo la nazione con la rete di ricarica in corrente continua migliore e più fitta; in autostrada, ogni 50 chilometri c’è una stazione di ricarica ad alta potenza da minimo 300 kilowatt. E in Europa stanno investendo centinaia di milioni nel nostro Paese per implementare l’infrastruttura di ricarica”.
Un po’ di dati
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