Il diclofenac, un farmaco usato per curare il bestiame, è il responsabile della morte di un avvoltoio in Europa e del declino dell’intera specie in Asia.
Ancora una volta l’industria della carne minaccia la sopravvivenza di un’altra specie. Questa volta è toccato agli avvoltoi europei che, a causa di un farmaco somministrato al bestiame, il diclofenac, potrebbero scomparire. Si tratta di un principio attivo è diffuso anche in Italia. Gli allevatori lo usano per curare il bestiame da disturbi come l’artrite reumatoide o la mastite, ma è letale per gli avvoltoi. In alcune parti dell’Asia è stato il responsabile della morte del 99 per cento di questi animali, motivo per il quale in alcuni paesi è stato vietato. Pochi giorni fa, il diclofenac è stato collegato alla morte di un giovane avvoltoio monaco (Aegypius monachus) in Spagna, portando alla luce un problema molto più grande.
Perché il diclofenac uccide così tanti avvoltoi
Prima di essere vietato, il diclofenac veniva usato in India, Pakistan, Nepal e Bangladesh e in breve tempo era diventato estremamente popolare tra gli allevatori indiani, tanto da arrivare ad occupare circa l’80 per cento del mercato dei farmaci per il bestiame. Tuttavia, si è scoperto che il medicinale causava una forte insufficienza renale negli avvoltoi che si nutrivano delle carcasse degli animali ai quali veniva somministrato nelle precedenti 72 ore.
Questo ha portato a un declino spaventoso della specie in quei territori, che ha lasciato un vuoto ecologico incolmabile, sia per la popolazione umana che per quella animale. Senza di loro, infatti, le carcasse degli animali abbandonate nei campi non venivano smaltite correttamente cosa che ha provocato due enormi problemi sanitari. Il primo è stato una maggiore diffusione di malattie trasmesse dall’acqua, come il colera, specialmente in paesi come l’India. Il secondo è stato l’aumento esponenziale dei casi di rabbia. Senza di loro, infatti, le carcasse degli animali venivano assalite dai cani selvatici, ma, a differenza di quanto accade con gli avvoltoi, funghi, batteri ed eventuali spore sopravvivono all’interno del loro organismo e possono eventualmente essere passati all’essere umano. È il caso della rabbia, ad esempio, i cui casi sono aumentati parallelamente con la scomparsa degli avvoltoi.
Il diclofenac è ancora usato in Spagna, Italia e altri paesi europei
Malgrado ciò, l’uso del diclofenac è permesso dall’Unione europea ed stato approvato in Spagna, in Italia e in altre nazioni dopo che una forte campagna di lobbying da parte dell’industria della carne e di quella farmaceutica ha convinto i regolatori che in Europa le carcasse vengono smaltite diversamente rispetto all’India, rendendo impossibile per gli avvoltoi nutrirsi dei corpi degli animali a cui viene somministrato.
Il ritrovamento del primo avvoltoio morto in Spagna, però, è la prova definitiva che non è così. Secondo un nuovo studio pubblicato il 5 aprile sul giornale scientifico Science of the total environment, si tratta del primo caso di avvelenamento da diclofenac in un avvoltoio europeo e il primo in un avvoltoio monaco. L’animale in questione era un giovane maschio che faceva parte di un programma di allevamento e reinserimento della specie in Spagna.
“Abbiamo la conferma che un giovane avvoltoio monaco sia stato avvelenato dal diclofenac nella Boumort national hunting reserve in Spagna”, ha affermato John Mallord, della Royal society for the protection of birds, una delle più grandi organizzazioni per la protezione degli animali in Europa. “Il problema è che da una sola carcassa si nutre più di un avvoltoio, quindi si rischia di avvelenarne molti in una sola volta. Probabilmente è da tempo che succede e altri di loro sono già morti”.
🆘 New study confirms that a Cinerous Vulture born in 2020 in the Boumort National Hunting Reserve has been the first victim of a #vulture species to die from poisoning by veterinary diclofenac in Europe! @BirdLifeEurope
— BirdLife International (@BirdLife_News) April 9, 2021
Un farmaco letale anche per altri volatili
In Europa ci sono quattro specie di avvoltoi: il gipeto (Gypaetus Storr), l’avvoltoio monaco (Aegypius monachus), il capovaccaio (Neophron percnopterus) e il grifone (Gyps fulvus). Si tratta dell’unico continente nel quale le loro popolazioni stanno cautamente aumentando. Studi recenti hanno inoltre dimostrato che il diclofenac è letale anche per le aquile, tra cui la reale e l’iberica, della quale rimangono solo 300 coppie in tutto il mondo.
L’ong Birdlife international si è subito adoperata per contattare l’Ema e autorità europee, appellandosi a trattati internazionali come la Convenzione sulle specie migratorie e si attiverà con i propri sostenitori nazionali per chiedere uno stop all’utilizzo di questo farmaco, sottolineando l’esistenza di alternative altrettanto efficaci per la cura del bestiame e sicure per i volatili. “Questo caso deve segnare un punto di svolta per le misure impiegate nella conservazione. Non possiamo aspettare la morte di un’altro avvoltoio quando ci sono chiari segni dell’impatto che [il farmaco, ndr.] ha sulla loro popolazione”, ha aggiunto Ana Carricondo, coordinatrice dei programmi di conservazione dell’ong.
Ognuno di questi animali occupa un ruolo fondamentale nell’ecosistema, per questo non possiamo permetterci di perderli, specialmente quando possiamo evitarlo.
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