La battaglia nelle isole Barbuda contro il resort di lusso che danneggia l’ecosistema

Un milionario britannico ha ottenuto il permesso di costruire un mega-resort sull’isola di Barbuda. I pescatori e un gruppo di avvocati hanno fatto causa.

  • Henry Anderson, milionario britannico, ha mentito sulla destinazione del suo progetto di resort di lusso: avrebbe ospitato la famiglia reale britannica ma questa non ne sapeva nulla.
  • L’isola di Barbuda ha dato il permesso di costruzione ma ora un gruppo di avvocati e pescatori hanno fatto causa.

Lady Diana, la possibile minaccia per le tartarughe nidificanti, un movimento di resistenza locale nei confronti dell’ennesimo imprenditore straniero che sceglie una porzione di paradiso incontaminato per edificare e un devastante uragano. Sono gli ingredienti di un episodio che ha scatenato diverse polemiche sull’isola di Barbuda e che ancora non ha raggiunto il suo epilogo.

Tutto è iniziato nel 2017, quando Henry Anderson, milionario britannico all’epoca 42enne, propose al governo centrale di Barbuda un progetto immobiliare dal valore di milioni di sterline, situato a Cedar Tree Point, nell’area protetta del Codrington Lagoon National Park, una zona umida protetta dalla Convenzione di Ramsar che ospita il fiore all’occhiello di Barbuda, il magnifico santuario delle fregatidi, una specie di uccelli tropicali. Il progetto prevedeva un complesso di oltre 400mila metri quadri, composto di ville, piscine, residenze per ospiti, campi da tennis, palestre e alloggi per lo staff, oltre a una “zona cuscinetto” per tenere lontani gli sguardi indiscreti.

Ma il quotidiano The Independent ha cercato di districare la verità dalla finzione parlando con attori chiave, tra cui decision makers locali, esperti legali, il signor Anderson e la famiglia reale, scoprendo una realtà molto più articolata di così. Infatti, Arthur Nibbs, presidente del Consiglio di Barbuda, quando il signor Anderson ha chiesto l’approvazione iniziale, ha detto di aver dato il via libera perché credeva che la proprietà fosse per la famiglia reale. Ma a quanto pare, si è trattato di una tremenda presa in giro, che rischia di avere degli impatti ambientali irreversibili.

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Il progetto dei resort appare indietro nei lavori, così come documentato dalle foto aeree scattate dagli attivisti © Glan

A Barbuda c’è una spiaggia dedicata a Lady D 

Henry Anderson è stato definito un uomo con accento inglese molto tagliente e la propensione per un abbigliamento eccessivo in un clima caldo. Jackie Frank, ex consigliera di Barbuda, ricorda come Anderson citasse liberamente i nomi dei principi che venivano a Barbuda con la principessa Diana negli anni Novanta. “Parlava costantemente di quanto sarebbe stato bello riavere indietro i due principi. È diventato chiaro che stava parlando del principe William e del principe Harry. Ciò che voleva, ha detto, era iniziare a costruire una proprietà per loro”, ha detto la signora Frank. “Volevano una proprietà che potesse ospitare i reali ogni volta che venivano a Barbuda. Per me questo ha pesato molto perché volevamo avere sviluppi su larga scala per il turismo di massa”, è stato il commento di Arthur Nibbs.

Conoscere il contesto è importante per spiegare gli atteggiamenti dei politici di Barbuda: le connessioni con la famiglia reale hanno un certo peso, poiché Barbuda ha fatto parte del Commonwealth insieme alla sua “isola sorella” più grande e più ricca, Antigua. Gli abitanti di Barbuda sono orgogliosi della propria storia come una delle destinazioni di vacanza preferite della principessa Diana: una spiaggia porta addirittura il suo nome e si trova a pochi chilometri dal complesso residenziale proposto da Andersen. Il principe Harry è tornato a Barbuda nel 2016, uno dei suoi ultimi tour reali. All’epoca, ha ricordato con affetto come lui e il principe William passarono le vacanze con la madre nella destinazione appartata nell’aprile 1997, pochi mesi prima della sua morte.

Ma la famiglia reale non ne sapeva nulla

Così, il primo passo è stato cedere il terreno di Cedar Tree Point alla società di Anderson, registrata con il nome Abercorn trust incorporated ad Antigua e Barbuda. Parte del contratto di locazione del terreno – datato, timbrato e depositato presso il governo centrale di Antigua e Barbuda – include un documento intitolato “locazione di terreno per la costruzione di una residenza per la famiglia reale britannica”.

Quando The Indipendent ha sottoposto il documento a Buckingham Palace, la famiglia reale è rimasta perplessa. Un portavoce del palazzo ha negato ogni conoscenza del signor Anderson e del suo sviluppo a Barbuda. E quando il giornale si è rivolto a Henry Anderson, l’imprenditore ha incolpato un appaltatore anonimo del fatto, spiegando che il mega-resort avrebbe offerto ospitalità anche alla famiglia reale, per “un uso occasionale” e “se lo avessero desiderato”.

Il progetto di lusso minaccia le tartarughe e l’ecosistema

Da questa semplice verifica è apparso subito chiaro come Henry Anderson abbia usato la “carta” dei reali britannici per ottenere il permesso di costruzione e di averlo ottenuto senza le opportune verifiche da parte del governo locale. Ma c’è di più: il progetto del ricco britannico è stato contrastato dalla popolazione locale in quanto minaccia su un sito di nidificazione delle tartarughe marine.

Inoltre, Barbuda nel 2017 è stata colpita dal violento uragano Irma, che ha distrutto quasi tutte le case (il 90 per cento) e le attività commerciali. I suoi 1.800 abitanti sono stati evacuati nella vicina Antigua prima di poter ritornare. Il periodo seguenti di ricostruzione degli edifici ha aperto la strada agli investimenti stranieri, anche quelli di lusso come il progetto proposto da Anderson. Che ora dovrà rispondere a diverse accuse: il consiglio di Barbuda, infatti, contesta all’imprenditore di aver omesso una serie di informazioni quando ha ottenuto il permesso e ora il Global legal action network (Glan), un gruppo di avvocati per i diritti umani che fornisce supporto agli abitanti di Barbuda, ha detto a The Independent che sono in corso diverse azioni legali.

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Il pescatore e guida turistica del Frigate bird sanctuary George Jeffery © Glan

Gli avvocati di Glan hanno avviato un procedimento legale

La brutta notizia è che il progetto di lusso, a detta di Anderson, è quasi completato. Secondo i comitati locali nati per proteggere l’ambiente, l’abbattimento della vegetazione e delle mangrovie causerà una perdita irreversibile della fauna selvatica, così come i macchinari pesanti stanno continuando a passare sopra il terreno dove le tartarughe dovrebbe nidificare.

Le foto, i filmati aerei e i video realizzati dai comitati tra maggio e giugno 2023, e condivisi con The Independent, mostrano le strutture in legno vuote, le palificazioni esposte, le pile di materiali da costruzione e i macchinari pesanti sul sito. “Non daremo il permesso di costruire alcuna struttura là fuori. Fermatevi subito. State creando molti danni al parco e il ripristino costerà milioni”, ha scritto il Barbuda council or the department of environment (DoE). Ma il Henry Anderson ha dalla sua l’Autorità per il controllo dello sviluppo (Dca), un’agenzia nazionale che ha approvato i suoi piani e le cui decisioni prevalgono su quelle prese dal Consiglio locale di Barbuda.

Gli avvocati di Glan, insieme al pescatore e guida turistica del Frigate bird sanctuary George Jeffery, ha avviato il 1 febbraio 2024 un procedimento legale proprio contro la Dca, che ha approvato il controverso sviluppo della residenza privata di lusso per il milionario inglese con “legami reali”, smentiti, a Cedar Tree Point. L’obiettivo è quello di fermare il progetto e i suoi danni ambientali.

Anderson si è difeso dicendo che non è un imprenditore come tutti gli altri, che la sua intenzione non è quella di distruggere l’isola. Ma gli abitanti della zona non la pensano così. L’unica speranza per fermarlo risiede ora nelle decisioni adottate dalle sedi giudiziarie coinvolte.

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