
Il grido d’allarme sulla temperatura sempre più tropicale del Mediterraneo arriva da una ricerca del biologo dell’università di Vienna Paolo Albano.
Le immagini della devastazione causata dall’uragano Irma, che ha trasformato veri e propri paradisi terrestri in un cumulo di macerie.
Sabbia bianca, acque turchesi, foreste rigogliose. Questo è quello che ci viene in mente quando pensiamo ai Caraibi. Oggi, tuttavia, non è più così. L’uragano Irma, abbattutosi pochi giorni fa sulla regione, ha devastato le isole caraibiche, tra cui Saint-Barthélemy, Saint-Martin, Cuba e le isole Vergini.
I venti hanno superato la velocità di 300 chilometri orari, spazzando via intere abitazioni. Poi l’uragano Irma si è spostato sugli Stati Uniti, colpendo in particolare lo stato della Florida, la Georgia e il South Carolina e causando danni per 50 miliardi di dollari. Complessivamente le vittime accertate sono 55, 12 delle quali proprio in Florida.
Gaston Browne, il primo ministro dello stato caraibico di Antigua e Barbuda, ha dichiarato che “circa il 95% delle proprietà hanno subito danni” e che, al momento, “Barbuda è a malapena abitabile”. Browne ha anche aggiunto che la popolazione sta affrontando le conseguenze del cambiamento climatico. “La scienza è chiara. È triste che ci sia qualcuno che la veda in modo diverso”.
Il grido d’allarme sulla temperatura sempre più tropicale del Mediterraneo arriva da una ricerca del biologo dell’università di Vienna Paolo Albano.
Da Rolls Royce a Lamborghini, fino a Bentley, crescono i marchi auto del lusso che portano avanti il proprio impegno in difesa delle api e della biodiversità.
Si svilupperà su una linea di 170 chilometri inibita alle automobili. Il tutto sorgerà all’interno della città di Neom, 33 volte più estesa di New York.
Il presidente in carica Museveni è stato dichiarato vincitore delle elezioni in Uganda dalla commissione elettorale, ma non mancano le denunce di irregolarità.
Preservare i fiumi e la loro biodiversità lungo i confini tra Russia, Cina e Mongolia. È questo l’obiettivo del water defender russo Eugene Simonov.
La Lombardia è in piena zona rossa: per le misure di contenimento del coronavirus, e per lo smog salito ben oltre i livelli di guardia.
Uno studio canadese ha analizzato le particelle di plastica presenti nell’Artico, scoprendo che nel 73 per cento dei casi si tratta di poliestere.
Da più di vent’anni Cardona si batteva per proteggere le più rare specie di pappagalli del suo paese, la Colombia. Un paese che però l’ha tradito.
Gli Stati Uniti registrano la più significativa riduzione delle emissioni dal secondo dopoguerra, ma tutto potrebbe cambiare con il ritorno alla normalità.