Ben Harper: biografia, discografia e tour

L’uscita dell’album Call it what it is ha scatenato parecchio interesse in Italia. Un motivo per ripercorrere la storia musicale di Ben Harper.

Il cantautore americano Ben Harper è stato di recente in Italia. È già famosa la sua apparizione al programma televisivo di Fabio Fazio Che tempo che fa in onda su Raitre per presentare Call it what it is, il suo ultimo album in studio registrato nuovamente con il gruppo storico Innocent criminals. Il quattordicesimo della sua carriera.

Biografia, l’inizio della carriera di Ben Harper

Nato il 28 ottobre 1969 a Claremont, nello stato americano della California, Ben Harper è cresciuto in una famiglia di musicisti grazie alla quale ha sviluppato la sua vena artistica, diventando dapprima chitarrista di primo piano nel panorama contemporaneo e poi cantautore.

Harper si è esibito per la prima volta a 12 anni. Un chitarrista prima che un cantautore, è influenzato musicalmente da personaggi quali Ry Cooder e Bob Dylan, Edith Piaf e Sam Cook, Robert Johnson e Jimmie Rodgers, senza citare i musicisti che hanno fatto la storia del rock, jazz, blues, soul, funk.

Le sue canzoni raccontano spesso storie con risvolti sociali e ambientali, come l’album d’esordio Welcome to the cruel world, il più popolare Diamonds on the inside o il lavoro realizzato con i Blind boys of Alabama, There will be a light con cui ha vinto un Grammy per miglior album gospel nel 2004. Per non parlare di Lifeline, con un suono analogico, vero corredato con versi già passati alla storia. Fosse nato negli anni Cinquanta, oggi si parlerebbe di Harper come di Jim Morrison o Jimi Hendrix.

È sposato con l’attrice Laura Dern da cui ha avuto due figli: Ellery Walker e Jaya. Per questo, ha fatto un cameo nel film Inland empire diretto da David Lynch, dove Dern era l’attrice protagonista.

Ben Harper
Ben Harper © Michael Loccisano/Getty Images for T.J. Martell Foundation

Discografia, l’impegno sociale

Like a king, canzone presente nell’album d’esordio, è un chiaro riferimento, il primo, a una causa sociale, in particolare alle discriminazioni subite dal popolo afroamericano negli Stati Uniti. La parola king (re, in italiano) è un omaggio sia al reverendo Martin Luther King e al suo sogno di vedere riconosciuti ed estesi a tutti i diritti civili che a Rodney King, il tassista morto nel 2012 e oggetto di linciaggio senza motivo da parte di alcuni poliziotti di Los Angeles nel 1991, poi assolti. Un episodio che ha causato sommosse popolari nella città americana, e non solo, dovute alla frustrazione delle minoranze discriminate.

Well Martin’s dream

Has become Rodney’s worst

Nightmare

Can’t walk the streets

To them we are fair game

Our lives don’t mean a thing

Un tema ripreso anche nella canzone che dà il nome al nuovo album Call it what it is dove viene citato Michael Brown, il ragazzo di 18 anni ucciso il 9 agosto 2014 a Ferguson, nello stato americano del Missouri, con un colpo di pistola sparato da un poliziotto bianco. Brown era disarmato.

They shot him in the back

Now it’s a crime to be black

So don’t act surprised

When it gets vandalized

Call it what it is

Murder

La canzone è una riflessione sulla violenza gratuita della polizia americana – solo nel 2015 ha ucciso tre persone al giorno – soprattutto nei confronti di persone afroamericane, anche giovanissime. In mezzo a tutto questo c’è stato Fight for your mind, album diventato disco d’oro, pieno di testi e sonorità che riflettono il suo bagaglio culturale fatto di pregiudizi e contesti musicali multietnici. La canzone Burn one down fa parte anche delle prime dieci canzoni trasmesse da LifeGate nel 2001.

Tour, cosa si dice di Call it what it is

In Italia Call it what it is ha esordito al sesto posto in classifica. Nel 2016, Ben Harper ha tenuto un solo concerto nel nostro paese: il 7 ottobre al Mediolanum forum di Assago, Milano. Accolto senza troppe sorprese dalla critica musicale, l’ultimo album di Harper è stato recensito positivamente soprattutto per i testi e l’impegno: “È un lieto ritorno alle origini. Registrato in diversi momenti nel corso dell’anno, le undici canzoni rappresentano una delle sue collezioni più varie degli ultimi anni”, ha scritto Entertainment weekly. Per Allmusic “quando accompagnato dagli Innocent criminals, Harper non sembra dover faticare troppo, ecco perché Call it what it is è una spanna sopra molti degli ultimi dischi”.

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