Per la prima volta nella storia, la Bolivia ha ammesso un’unione civile tra due persone dello stesso sesso. Dopo una lunga battaglia giudiziaria, una coppia di due uomini di 45 e 48 anni si è vista infatti riconoscere la possibilità di registrare ufficialmente il loro legame presso il servizio di stato civile della nazione sudamericana.
La coppia ha adito la Corte costituzionale della Bolivia
Per David Victor Aruquipa Perez e Guido Alvaro Montaño Duran, tuttavia, ottenere tale risultato non è stato semplice. Nel 2018, infatti, era stata presa una decisione diametralmente opposta. All’epoca, però, la coppia non si è data per vinta e ha deciso di avviare un’azione legale.
Due anni fa, infatti, la richiesta fu respinta poiché il servizio di stato civile aveva spiegato che la legge boliviana ammette unicamente unioni tra persone eterosessuali. In particolare, il riferimento era all’articolo 63 della Costituzione, che descrive il matrimonio come un legame tra un uomo e una donna. E precisa che “le unioni libere e di fatto possono esistere tra un uomo e una donna senza restrizioni legali e producono gli stessi effetti di un matrimonio civile”.
La decisione della Corte interamericana dei diritti dell’uomo
È per questo che David Victor e Guido Alvaro hanno deciso di adire la Corte costituzionale. Quest’ultima, a sua volta, si è rifatta ad una decisione della Corte interamericana dei diritti dell’uomo, risalente al 2017, secondo la quale “gli stati hanno l’obbligo di riconoscere i legami familiari tra persone dello stesso sesso e di proteggerli”.
#BOLIVIA: Civic Registry service for the first time registers a same-sex couple in a "free union" (civil union), in accordance with a July order from the Constitutional Court: https://t.co/eWRddAEThy
Il risultato, tuttavia, non era affatto scontato. Proprio per questa ragione la decisione è stata descritta in Bolivia come storica. D’ora in poi, infatti, anche altre coppie potranno far valere gli stessi diritti. Anche una deputata del partito conservatore Creemos, Samantha Nogales, ha d’altra parte sostenuto la svolta, spiegando che “i diritti umani avanzano” e che “ora in Bolivia tutti i cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge”. A conferma del fatto che i diritti Lgbt debbano essere un patrimonio comune, senza distinzioni di credo religioso o politico.
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