Bologna diventa la prima grande “città 30” italiana

Dal 1 luglio la città di Bologna inizierà la transizione per abbassare il limite di velocità a 30 chilometri orari sulle strade urbane.

  • Dal 1 luglio Bologna inizierà la transizione per diventare una “città 30”
  • Il limite di velocità verrà abbassato a 30 km/h sulle strade urbane
  • Il piano prevede una rivoluzione nel modo di vivere e concepire gli spazi di una città

30 chilometri orari in quasi tutta la città. È il piano del Comune di Bologna che inizierà a essere messo in pratica dal 1 luglio 2023. Bologna sarà quindi la prima grande città italiana a diventare una “città 30” – la prima in assoluto fu Olbia, in Sardegna, nel 2021.

Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha annunciato l’inizio del progetto, definendolo una rivoluzione per migliorare la qualità di vita delle persone, aumentare la sicurezza e cambiare il modo in cui viviamo le città. Il piano Bologna città 30 non si limita infatti soltanto ad abbassare la velocità dei veicoli, ma a riqualificare e riconvertire intere aree pubbliche della città per fare spazio a un altro tipo di mobilità e di attività quotidiane.

Dal 1º luglio #Bologna sarà la prima grande città 30 d’Italia.Una rivoluzione per migliorare la qualità della vita di…

Posted by Matteo Lepore on Saturday, June 17, 2023

Il piano Bologna città 30

Grazie all’approvazione del Piano particolareggiato del traffico urbano (Pptu) “Bologna città 30”, i 30 chilometri orari potranno diventare la normalità nelle strade urbane. La città di Bologna aveva già questo limite nel 30 per cento delle strade urbane, con questo progetto saranno portate al 70 per cento del centro abitato. Considerando solo l’area più densamente popolata della città, la percentuale arriverebbe al 90 per cento.

Bologna città 30
I limiti di velocità prima del piano Bologna città 30. Bologna aveva già delle aree con il limite a 30 km/h, mentre altre a 50 © Comune di Bologna

Il 1 luglio, come spiega il sito del piano, inizieranno i sei mesi di transizione che porteranno a questo traguardo. “Trattandosi di un cambiamento storico e culturale, che comporterà per gli utenti della strada una modifica graduale delle proprie abitudini adeguando la propria guida ai nuovi limiti, l’Amministrazione ha deciso di non partire subito con le sanzioni legate ai nuovi limiti di velocità”, si legge.

Bologna città 30
La mappa del centro di Bologna dopo l’attuazione del piano Bologna città 30 © Comune di Bologna

In questi sei mesi, infatti, il Comune da un lato inizierà a lavorare sulla segnaletica verticale e orizzontale, sostituendo o installando almeno 500 cartelli stradali e altrettante scritte sull’asfalto. Dall’altro lato, sarà cruciale anche l’attività di comunicazione e sensibilizzazione nei confronti dei cittadini. Altri interventi saranno destinati a migliorare la vivibilità della città: saranno create nuove piazze scolastiche pedonali e saranno effettuati interventi di messa in sicurezza di marciapiedi, strade e aree pubbliche.

I benefici di una città a 30 km/h

Oltre a Olbia e Bologna, Milano è un’altra città italiana che ha intenzione di diventare una città 30, a partire dal 2024. Decisioni che sottolineano la necessità di città più vivibili e sicure, che permettano alle persone di camminare, pedalare o sfruttare gli spazi liberamente.

Altre città europee, dalla Germania all’Austria, dove il limite a 30 km/h è già attivo, stanno dimostrando come i benefici siano molteplici e su diversi livelli.

Una città 30, come elenca il comune di Bologna:

  • migliora la sicurezza stradale, riducendo incidenti, morti e feriti gravi tra tutti gli utenti della strada, a partire dai più fragili
  • fa aumentare gli spostamenti a piedi e in bici, grazie a strade più sicure e tranquille
  • riduce le emissioni di smog e gas climalteranti e rende più fluido il traffico, grazie a una velocità più costante, al posto degli stop-and-go continui che in città sono tanto dannosi per l’ambiente e la sicurezza quanto inutili ad arrivare prima
  • abbassa il rumore; rende lo spazio pubblico più bello e vivibile per le persone
  • restituisce autonomia a bambini, anziani, persone con disabilità
  • favorisce la coesione sociale e il commercio di vicinato nei quartieri.

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