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Un raid attribuito alle forze filo-governative ha preso di mira un ospedale e un immobile residenziale ad Aleppo. La tregua vacilla.
Almeno venti civili sono stati uccisi nella serata di mercoledì 27 aprile nel corso di un bombardamento aereo che ha preso di mira un ospedale e un immobile residenziale nella città di Aleppo, in Siria. A comunicare le cifre è il quotidiano francese Le Monde, che cita l’agenzia Afp, secondo la quale ad eseguire il raid sarebbero state le forze filo-governative. Della stessa opinione l’Osservatorio siriano per i diritti dell’uomo, cha ha parlato di bombe sganciate da “aerei del regime di Damasco”.
Un primo bilancio aveva parlato di quattordici vittime, ma altri sei sono stati successivamente estratti dalle macerie. Cinque fanno parte della stessa famiglia: uno di loro era il dentista dell’ospedale Al Quds. Quest’ultimo – che risulta pesantemente danneggiato – era supportato da Medici Senza Frontiere: all’interno erano assistiti anziani e persone affette da malattie croniche, ed era presente un centro di riferimento per la pediatria, con otto medici e ventotto infermieri.
L’ospedale supportato da #MSF ad #Aleppo era il centro di riferimento principale per la pediatria con 8 medici e 28 infermieri. #NotATarget
— MediciSenzaFrontiere (@MSF_ITALIA) 28 aprile 2016
A poche ore dal bombardamento, l’inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria, Staffan de Mistura, ha ammesso che il cessate il fuoco introdotto nella nazione mediorientale lo scorso 27 febbraio ha bisogno di essere “rivitalizzato”. In questo senso, il diplomatico ha lanciato un appello alla Russia e agli Stati Uniti ad agire per salvare la tregua: “Entrambe le nazioni hanno tutto l’interesse affinché la Siria non sprofondi in una nuova fase di guerra civile”, ha dichiarato.
Da parte sua, Washington ha condannato duramente il raid: il portavoce del Dipartimento di stato, Mark Toner, ha parlato di “tendenza abietta” da parte del governo di Bachar al-Assad. Ma il vero problema è legato al fatto che i negoziati di Ginevra si trovano ormai in un’impasse. Il principale gruppo di opposizione al regime di Damasco ha deciso infatti di abbandonare formalmente il tavolo proprio in ragione della ripresa dei bombardamenti.
Siamo indignati per la distruzione dell’ospedale Al Quds ad #Aleppo in #Siria. Gli ospedali non sono bersagli #NotATarget
— MediciSenzaFrontiere (@MSF_ITALIA) 28 aprile 2016
“Nelle ultime quarantotto ore abbiamo registrato un morto ogni venticinque minuti”, ha denunciato de Mistura. Vittime che si fanno ad aggiungere ai 270mila siriani che hanno perso la vita dall’inizio delle ostilità, nel 2011.
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