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Dilma Rousseff è stata dichiarata colpevole. Destituita dalla carica di presidente del Brasile, ma si potrà ricandidare alle prossime elezioni.
Il senato del Brasile ha votato per la destituzione di Dilma Rousseff dalla carica di presidente con 61 voti a favore e 20 contrari, ma ha respinto la proposta di ineleggibilità per 8 anni quindi potrà ricandidarsi alle prossime elezioni. Un finale previsto da molti che mette la parola fine a un processo di impeachment durato nove mesi. Non solo, con la caduta di Rousseff, 68 anni, si chiudono 13 anni di governo del Partito dei lavoratori. L’impeachment di Dilma Rousseff, accusata di aver falsificato il bilancio di stato per nascondere la situazione economica negativa, era stato dichiarato nel dicembre 2015. Al suo posto è subentrato come 37esimo presidente Michel Temer, conservatore favorevole al neoliberismo economico.
A nulla sono servite le proteste dei sostenitori di Rousseff e nemmeno le parole pronunciate in senato dalla prima presidente donna del Brasile: nel suo discorso ha infatti negato ogni addebito e ha detto che il processo di impeachment mirava solo a tutelare gli interessi della elite economica del paese: “Non ho commesso i crimini di cui sono accusata in modo arbitrario ed ingiusto. […] La mia coscienza è serena riguardo tutto quello che ho fatto da presidente del paese”.
Sempre nel suo discorso di lunedì Rousseff ha paragonato il processo di impeachment alla persecuzione di cui è stata vittima durante il periodo di dittatura in Brasile quando era rappresentante del movimento di guerriglia urbana di sinistra. Rousseff è il primo presidente a essere destituito per impeachment dal 1992, anno in cui la stessa sorte è toccata all’allora presidente Fernando Collor de Mello, accusato di corruzione.
Ora Michel Temer resterà in carica come presidente fino a dicembre 2018, anno in cui si terranno nuove elezioni. Intanto Temer ha già annunciato nuove misure di austerità “per tirare fuori il Brasile dalla peggior recessione dal 1930”. Misure che sono state accolte con freddezza dal congresso, soprattutto quelle relative al tetto di spesa pubblica e alla riforma delle pensioni.
Temer diventa così il 37esimo presidente del Brasile. Il suo insediamento però non ha tranquillizzato il parlamento: il rischio di impeachment tocca pure lui, dal momento che diversi analisti lo considerano ugualmente responsabile del falso in bilancio (Temer era infatti il vice di Rousseff all’epoca del reato) oltre a essere accusato di corruzione nello scandalo Petrobras. Secondo alcuni pentiti dell’inchiesta “Lava Jato” (la Mani pulite brasiliana) Temer avrebbe beneficiato di mazzette.
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