La Cop28 è finita, ma bisogna essere consapevoli del fatto che il vero test risiede altrove. Dalla disinformazione al ruolo delle città, ciò che conta avviene lontano dai riflettori.
Cop28, il Brasile vuole proporre un grande fondo per la conservazione delle foreste
L’annuncio del Brasile durante un summit con altre nazioni sudamericane. Non è chiaro quanto sarà capiente e se Lula rinuncerà ai combustibili fossili.
- Il Brasile ha intenzione di annunciare l’istituzione di un enorme fondo da dedicare alla conservazione delle foreste nel mondo.
- Sono ancora pochi i dettagli di questo fondo e ancora non si conosce la capacità economica.
Il Brasile intende proporre un fondo “enorme” per pagare la conservazione delle foreste tropicali al vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la Cop 28, che inizierà tra pochi giorni a Dubai. Lo ha annunciato Andre Correa do Lago, il principale diplomatico brasiliano in materia di clima. Il fondo riguarderebbe 80 paesi del mondo, ha specificato do Lago, aggiungendo che il Brasile è aperto ai suggerimenti delle altre nazioni coinvolte.
Già l’anno scorso, durante i lavori della Cop, era stata annunciata l’istituzione di un fondo dedicato alla biodiversità e un altro per risarcire i danni causati dai cambiamenti climatici. Mentre uno dedicato alla conservazione delle foreste seguendo nuovi meccanismi di conteggio non era ancora stato proposto.
Il Brasile ha la foresta pluviale più grande del mondo
Un fondo dove incanalare le risorse dei paesi più ricchi a favore di quelle più povere, che faticano a sostenere economicamente i propri sforzi ambientali, tra cui la conservazione degli habitat naturali: una proposta molto in linea con il tema principale della Cop 28, cioè il risarcimento dei danni da parte del nord del mondo verso i paesi del sud a causa della crisi climatica.
Il Brasile è la nazione con la foresta pluviale più grande del mondo e all’interno del suo territorio nazionale si estende circa il 60 per cento della foresta amazzonica, considerata vitale per contenere gli effetti del riscaldamento globale e proteggere specie animali e vegetali uniche.
Secondo la Reuters, la proposta dell’inviato sul clima brasiliano non specifica ancora la capacità economica, ovvero di quanti soldi stiamo parlando, mentre il governo ha annunciato di voler investire 120 miliardi di dollari in 10 anni per espandere le aree coltivate senza deforestare. Ciò che si sa è che il fondo non valuterebbe la conservazione delle foreste in termini di stock di CO2, come schemi esistenti, ma, secondo Correa do Lago, il valore sarebbe invece legato all’area forestale misurata in ettari.
La proposta internazionale di conservazione delle foreste sarà affiancata da un programma nazionale di riforestazione delle aree distrutte. A gestire lo sviluppo del fondo ci penserà la banca nazionale di sviluppo Banco nacional de desenvolvimento econômico e social (Bndes).
Sulle foreste, Lula vuole tornare a essere un leader internazionale
Poco dopo la sua elezione, il presidente Luiz Inacio Lula da Silva, in occasione del vertice delle Nazioni Unite sul clima Cop 27 dello scorso anno, aveva annunciato che “the Brazil is back”, cioè è tornato a essere un leader ambientale internazionale.
Come ha specificato Correa do Lago, a questa Cop, Lula dovrà aggiornare i presenti sui progressi che il Brasile sta ottenendo sui vari fronti ambientali, compresa la riduzione della deforestazione dell’Amazzonia negli ultimi 12 mesi. Secondo l’inviato climatico, il tasso di deforestazione ha raggiunto i livelli più bassi dal 2018.
Il Brasile insieme agli altri otto paesi amazzonici in cui è inserita l’Amazzonia stanno anche discutendo una proposta di impegno comune per porre fine alla deforestazione entro il 2030, un obiettivo già approvato dal Brasile insieme ad altri paesi del mondo sulle foreste in generale. Correa do Lago ha detto che la proposta sta avanzando, ma non ha detto se l’accordo potrebbe essere annunciato alla Cop 28.
È positivo che vengano discussi nuovi accordi accordi sulla deforestazione. Ma quelli raggiunti finora hanno dimostrato di essere ancora troppo deboli. Inoltre, né Lula né do Lago hanno detto quale siano le politiche del Brasile in termini di riduzione delle fonti fossili e se queste verranno abbandonate in futuro. La Cop che sta per iniziare a Dubai ha bisogno di stabilire degli obiettivi ambiziosi: chissà se alcuni di questi riguarderanno il Brasile.
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