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Il taglio del cuneo fiscale aumenta di un punto percentuale con un emendamento alla legge di bilancio 2023: a chi aumenterà la busta paga il prossimo anno?
Meno tasse in busta paga dal 2023, per aumentare lo stipendio netto del lavoratore. A questo aspirano sia le imprese che i lavoratori, in un periodo in cui il caroprezzi dell’inflazione si somma ai rincari delle bollette di luce e gas.
Già nella prima versione del ddl Bilancio il governo Meloni ha portato avanti il taglio del cuneo fiscale impostato dall’esecutivo Draghi.
Con gli emendamenti si prova ad alzare di un altro punto percentuale il taglio del cuneo fiscale (con questo termine si indica l’insieme di imposte e contributi sul lavoro, quindi sia le somme trattenute al lavoratore che gli oneri a carico delle imprese). La misura rimane pensata per una platea di beneficiari che hanno un reddito basso.
Attualmente è in vigore un taglio del cuneo fiscale del 2%, introdotto lo scorso anno dal governo Draghi. La misura per quest’anno è valida per i redditi fino a 35mila euro. Nel testo del ddl Bilancio il taglio del 2% viene confermato, ma si interviene sulla platea di beneficiari. Nello specifico, le intenzioni del governo sono quelle di salvaguardare i redditi più bassi, quelli fino a 20mila euro annui, con l’aggiunta di un punto percentuale del taglio del cuneo fiscale. Per i redditi fino 35mila euro annui il taglio del cuneo rimane, invece, al 2%.
Il governo Meloni ha promesso in campagna elettorale che il taglio del cuneo fiscale arriverà al 5%, invece dell’attuale 2%. A questo obiettivo però si arriverà gradualmente, anche perché in questo momento è già complicato trovare le risorse per la conferma del taglio al 2% e l’aumento al 3% per i redditi fino a 25mila.
Si tratta di cifre che, in realtà, non cambiano molto la busta paga del lavoratore: per chi ha una retribuzione di 10mila euro lordi, il bonus che si trova in busta paga supera di poco i 6 euro al mese, che diventano quasi 10 per chi ne guadagna 15mila. L’aumento nello stipendio supera di poco i 10 euro per chi guadagna 25mila euro (sempre lordi). Cifre bassissime, insomma.
L’articolo completo a cura di Rosaria Imparato è su Money.it.
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