
Se tra i buoni propositi di settembre c’è quello di creare il vostro orto sul balcone ecco i consigli su come organizzarlo e su cosa coltivare.
Secondo uno studio californiano per ogni chilo di verdure prodotte nel proprio giardino si risparmiano due chili di CO2.
Può una pianta di pomodori o peperoni contribuire a contrastare i cambiamenti climatici? Sì, almeno secondo un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università della California pubblicato sulla rivista ScienceDirect.
La correlazione tra agricoltura fai da te e clima è anche uno dei capisaldi del “chilometro zero”, ovvero l’eliminazione del processo di trasporto del prodotto. Secondo i ricercatori potrebbero essere evitati due chili di emissioni di carbonio per ogni chilo di verdure autoprodotte consumate.
Se venisse fornito un orto produttivo ad ogni famiglia californiana, lo studio sostiene che l’impatto positivo sarebbe notevole e lo stato ridurrebbe le sue emissioni inquinanti del 10 per cento, avvicinandosi all’obiettivo di riduzione fissato per il 2020.
Il maggior taglio di emissioni sarebbe però dovuto non all’eliminazione dei trasporti, ma alla diminuzione dei rifiuti destinati alla discarica, dove gli alimenti in decomposizione rilasciano metano e protossido di azoto. Il taglio delle emissioni potrebbe avvenire dunque attraverso il riutilizzo dei nostri scarti alimentari, ad esempio utilizzando il compost come fertilizzante.
In alcuni stati degli Stati Uniti occidentali, costantemente alle prese con la siccità, è possibile ottenere finanziamenti dal governo se si rinuncia al proprio prato, responsabile di consumare troppa acqua. È possibile sostituire il prato con piante alimentari, come suggerisce Karrie Reid, consulente di orticoltura del Cooperative Extension Service dell’Università della California.
Per ridurre l’impatto ambientale e ottimizzare le risorse è infine importante piantare le piante giuste per quel determinato ambiente e suolo. “Non coltivare piante difficili, lascia che l’ambiente ti parli – suggerisce David Cleveland, l’autore principale dello studio. – Se le tue fragole hanno problemi è l’ambiente che sta cercando di dirti qualcosa”.
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