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Come i cambiamenti climatici stanno trasformando lo sport, ma soprattutto il destino olimpico di molte atlete e atleti solo per la loro provenienza geografica.
Per il procuratore antimafia la legalizzazione della cannabis libererebbe risorse per lottare contro il terrorismo. Che intanto si allea con la criminalità.
“Legalizzare la vendita di cannabis consentirebbe di assestare un duro colpo ai combattenti dello Stato Islamico così come alla criminalità organizzata italiana”. Ad esserne convinto è Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia, che in un’intervista rilasciata all’agenzia Reuters ha spiegato: “La principale strada percorsa dalle partite di cannabis passa per Casablanca, in Marocco, raggiunge l’Algeria, la Tunisia e quindi arriva fino a Tobruk, nella Libia orientale”.
È su tale percorso che si trova Sirte, città che rappresenta uno sbocco sul Mediterraneo in mano ai miliziani dell’Isis. “Questi ultimi controllano certamente la via libica”, ha precisato il magistrato, aggiungendo che le indagini hanno portato alla luce prove di legami instaurati tra i combattenti islamici e i narcotrafficanti italiani. Un sodalizio, quello tra la mafia e lo Stato Islamico, che consente a quest’ultimo di sfruttare una quota dell’immenso e florido traffico di droga della criminalità organizzata, che vale – secondo le stime dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine – oltre 32 miliardi di euro all’anno.
#EastForum2016#Speakers – Franco Roberti ISIS and Italy’s mafia working together to smuggle cannabis into Europe” https://t.co/20bwqhjiRV
— EastOnline (@EastOnline) 5 maggio 2016
L’Isis, insomma, ha interessi finanziari non indifferenti nel nostro paese. D’altra parte, nel suo libro “Il contrario della paura”, Roberti ha sottolineato proprio le similitudini esistenti tra i gruppi mafiosi e quelli di integralisti islamici: “Il terrorismo internazionale si finanzia grazie ad attività criminali che sono tipiche della criminalità organizzata. Oltre al traffico di droga, sono sfruttati la contraffazione, la vendita illegale di petrolio, di reperti archeologici e artistici. E ancora i rapimenti, le estorsioni”.
In questo contesto, secondo il procuratore nazionale antimafia le forze dell’ordine e gli inquirenti in questi anni hanno sprecato troppo tempo e troppe energie nel combattere gli spacciatori di cannabis, “senza neppure essere riusciti a diminuire il traffico, che al contrario risulta in intensificazione”. Roberti ha specificato però che l’ipotesi di legalizzazione non dovrebbe essere estesa ad altre droghe, come quelle sintetiche, che risultano maggiormente pericolose.
#stampa Il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti: “L’Isis spinge i terroristi in… https://t.co/9AGof79fZp via @HuffPostItalia
— Rassegna Stampa (@StampaRss) 13 maggio 2016
Il magistrato ha infine spiegato come a suo avviso una legalizzazione della cannabis dovrebbe essere presa in considerazione non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa, proprio nell’ottica di liberare risorse preziose per la lotta alla criminalità e alla minaccia terroristica.
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