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Avallando un decreto legge nel 2000 il presidente emerito della Repubblica Ciampi ha permesso di avviare una dura azione contro i criminali che distruggevano boschi e aree protette.
Nell’agosto del 2000 l’ennesima aggressione di incendiari e speculatori stava devastando ettari ed ettari di boschi, anche in aree protette. Ero ministro delle Politiche agricole e forestali e decisi di proporre in Consiglio dei ministri un decreto legge per introdurre nel codice penale il reato di incendio boschivo.
Infatti dare fuoco anche a un’area protetta era punito al massimo con una contravvenzione. Ricordo le difficoltà a far passare quella norma tra i miei colleghi di governo nonostante l’appoggio del presidente del Consiglio Giuliano Amato. Allora mi fu prezioso il sostegno del Quirinale, dove da un anno era insediato Carlo Azeglio Ciampi, che avevamo eletto in Parlamento con un vastissimo consenso al primo scrutinio.
Un decreto legge ha bisogno dell’avallo della presidenza della Repubblica che riconosca i requisiti di “necessità e urgenza” del provvedimento.
Il presidente Ciampi firmando quel decreto legislativo mi consentì di avviare subito una dura azione di contrasto ai criminali che stavano distruggendo boschi e aree protette. Infatti appena entrata in vigore quella norma riuscii a istituire, con mio decreto, uno specifico nucleo del corpo forestale dello stato, il Niab (nucleo investigativo antincendio boschivo) che in questi anni ha denunciato o arrestato centinaia di incendiari e difeso il nostro patrimonio naturale. Ringrazierò sempre per quel suo sostegno il caro presidente Ciampi, un grande italiano.
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