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Dal 2021, e per i successivi dieci anni, entrerà in vigore la moratoria per proteggere il fiume, svuotato dalla pesca eccessiva.
Il fiume Azzurro, in cinese Chang Jiang, è uno sterminato corso d’acqua, il terzo più lungo del mondo, che nasce in Tibet e sfocia nel mar Cinese Orientale. Il fiume ospita una grande varietà di specie, oltre 4.300 e sono state censite oltre 360 specie di pesci, 177 delle quali endemiche. Per cercare di proteggere questo inestimabile patrimonio biologico, in forte declino, la Cina ha deciso di vietare la pesca per 10 anni nelle aree principali del fiume Azzurro.
A partire da quest’anno, secondo quanto riferito dal ministero dell’Agricoltura e degli affari rurali, la moratoria sarà osservata in 332 aree del fiume, mentre a partire dal primo gennaio 2021 il divieto sarà esteso a tutti i corsi d’acqua naturali del fiume e dei suoi principali affluenti. La pesca sarà inoltre vietata anche nei grandi laghi collegati al fiume Azzurro, come il lago Dongting e il lago Poyang.
L’obiettivo del provvedimento è quello di contrastare il grave degrado della biodiversità fluviale, duramente colpita dalla pesca eccessiva, dall’inquinamento, dal trasporto fluviale e dalla costruzione di dighe che frammentano l’habitat di molte specie e ne ostacolano le migrazioni.
Il declino delle popolazioni di pesci ha un effetto diretto sulle persone che basano sulla pesca il proprio sostentamento. Negli anni Cinquanta il fiume Azzurro forniva annualmente oltre 420mila tonnellate di pescato, mentre negli ultimi anni le catture sono scese sotto le 100mila tonnellate.
Per conservare la fauna, oltre alla moratoria, saranno anche compiuti sforzi per proteggere le specie più minacciate e migliorare il monitoraggio della biodiversità del fiume Azzurro. Tra le specie più colpite dalla drastica diminuzione delle popolazioni di pesci e dall’impatto antropico ci sono le specie ai vertici della catena alimentare. Come il lipote (Lipotes vexillifer), delfino di acqua dolce che popolava le acque del fiume Azzurro, dichiarato estinto nel 2006, il pesce spatola cinese (Psephurus gladius), noto anche come “panda gigante dei fiumi” per la sua rarità, che non viene avvistato da 15 anni, e lo storione cinese (Acipenser sinensis), classificato in pericolo critico dalla Lista Rossa della Iucn.
Il divieto colpirà, secondo le stime, circa 280mila pescatori distribuiti in dieci province attraversate dal fiume. Il ministero dell’Agricoltura e degli affari rurali ha garantito il sostegno ai pescatori, i quali potranno contare su servizi di previdenza sociale, sostegno finanziario e formazione professionale. Alcuni pescatori, dopo aver contribuito per anni al graduale impoverimento del fiume, potrebbero passare dall’”altra parte”, diventando custodi del fiume per accertarsi che il divieto venga rispettato.
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