Clima, fotografie dal futuro. Le immagini interattive delle città sommerse dalle inondazioni

Climate Central ha pubblicato una serie di immagini che mostrano come saranno le città quando verranno sommerse dalla risalita del livello dei mari.

Dacca in Bangladesh, Shanghai in Cina, L’Avana a Cuba, Mumbai in India, Lagos in Nigeria, San Pietroburgo in Russia. E ancora Hanoi in Vietnam, Hong Kong, Singapore, Houston negli Stati Uniti, Napoli in Italia o Wellington in Nuova Zelanda. Gli effetti della risalita del livello dei mari nei prossimi anni saranno catastrofici per decine di grandi città di tutto il mondo. A confermarlo è un nuovo studio apparso sulla rivista scientifica Environmental Research Letters, che ha confermato la notizia più negativa in assoluto: la Terra ha ormai già oltrepassato un punto di non ritorno.

Le conseguenze del riscaldamento globale si sentiranno anche dopo il 2100

Sappiamo infatti che la fusione dei ghiacci polari farà aumentare notevolmente il volume degli oceani, e che a causare tutto ciò è il riscaldamento globale. Quest’ultimo è dipeso dalle emissioni di gas ad effetto serra, in particolare CO2 e metano: sostanze che permangono per secoli (la prima) o decenni (il secondo) nell’atmosfera. Ciò che disperdiamo oggi, in altre parole, continuerà a produrre conseguenze sulla temperatura media globale a lunghissimo termine.


Lo studio conferma in questo senso che anche se si riuscirà a centrare l’obiettivo più ambizioso che si è fissata la comunità internazionale, ovvero mantenere il riscaldamento globale ad 1,5 gradi centigradi alla fine del secolo rispetto ai livelli pre-industriali, il livello dei mari continuerà a crescere per centinaia di anni. Inondando città che oggi sono abitate da circa mezzo miliardo di persone.

Le inondazioni delle città potrebbero riguardare un miliardo di persone

Gli scienziati autori dell’analisi – americani e tedeschi – hanno valutato inoltre cosa accadrebbe se invece non si dovesse agire in alcun modo sulle emissioni, lasciando che la temperatura media globale cresca anche di 3 o 4 gradi centigradi. La maggior parte delle stime si ferma infatti al 2100, parlando di risalita del livello dei mari compresa tra mezzo metro e un metro. Ma il fenomeno proseguirà anche nel secolo successivo.


Centrando infatti l’obiettivo degli 1,5 gradi sarebbero 532 milioni gli abitanti della Terra colpiti dalle inondazioni, pari al 7,6 per cento della popolazione mondiale. Mentre qualora la temperatura crescesse seguendo la traiettoria attuale la quota passerebbe al 12 per cento. E se si arrivasse a 4 gradi, il problema riguarderebbe un miliardo di persone.

“Possiamo decidere di aiutare cento generazioni o di tradirle”

“Una parte delle emissioni di biossido di carbonio di origine antropica – hanno spiegato gli scienziati – rimarrà per centinaia di anni nell’atmosfera. Le politiche e le misure di riduzione della maggior parte dei paesi non sembrano tenere conto di questa minaccia di lungo periodo”. Ben Strauss, presidente e capo dei ricercatori dell’organizzazione non governativa Climate Central, principale autore del rapporto, ha sottolinea che “alla Cop 26 di Glasgow e fino alla fine del decennio in corso abbiamo due possibilità: aiutare le prossime cento generazioni o tradirle”.

L’associazione ha pubblicato una serie di immagini che mostrano cosa accadrà ad alcune città con le inondazioni provocate dai cambiamenti climatici. Uno spaccato di un mondo stravolto dal riscaldamento globale che lascia senza parole.

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