All’1:30 circa (ora locale) del 26 marzo, una nave mercantile ha urtato il ponte Francis Scott Key di Baltimora, facendolo crollare.
Complexity
Un nuovo modo di concepire caratterizzato da una disposizione solidaristica. La mente si dilata verso l’esterno e acquista un senso più profondo il concetto di ecologia.
Uno di questi è Edgar Morin, filosofo e sociologo francese
che ha dedicato gran parte della sua opera ai problemi di una
riforma interdipendente di pensiero, conoscenza e insegnamento,
diventata essenziale per illuminare e concepire il caos degli
eventi, le loro interazioni e le loro retroazioni e dunque per
“Educare all’era planetaria”, che definisce in questo modo:
“L’era planetaria comincia con la scoperta
dell’America e si è sviluppata attraverso la colonizzazione
di tutti i continenti e l’occidentalizzazione del mondo. Dopo le
varie decolonizzazioni del ‘900, e dopo l’implosione dell’Unione
Sovietica, nel 1990 è cominciata la globalizzazione, che ha
insediato un unico mercato mondiale sotto la legge del liberalismo
economico e, nello stesso tempo, ha generato una rete di
comunicazioni estremamente ramificata”.
Vi è la necessità di una nuova conoscenza che
rifletta sui problemi umani e che superi la separazione dei saperi
presente nella nostra epoca, un’epoca, che lo si voglia o no, di
crisi.
Fondamentale anche una riforma del pensiero, paradigmatica e non
programmatica, dato che concerne la nostra attitudine a organizzare
la conoscenza. Per spiegare questo concetto Morin richiama una
frase di François Rabelais: “E’
meglio una testa ben fatta che una testa ben piena“.
Una testa ben fatta, in cui il sapere dispone di un principio di
selezione e di organizzazione che consentirebbe di rispondere alle
grandi sfide della globalità e della complessità.
Stefano Tagliagambe parla di un’intelligenza
connettiva che concepisce la conoscenza come l’esito di
uno sfondo comune e distribuito di comprensione. Un nuovo modo di
concepire, rappresentare e costruire la conoscenza caratterizzato
da una disposizione solidaristica e relazionale. La mente diventa
una mente estesa che si dilata verso l’esterno in
una costante dialettica con corpo e ambiente: acquista un senso
più profondo il concetto di ecologia.
Tutto questo nella consapevolezza che l?uomo è
sapiens/demens: non potrà mai essere onnisciente
perché il pensiero complesso non è mai completo.
Ad ogni conquista del sapere corrisponde il “sapere di
non sapere“; del resto, la scienza si sviluppa
perché ad ogni nuovo paradigma si mescolano nuovi dubbi e
misteri. L’ignoranza, paradossale fondamento del pensiero
socratico, riscopre il suo ruolo di movente fondamentale del
desiderio di conoscere.
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