Congo, attaccato un campo profughi. Almeno 46 i morti

Assaltato un campo profughi nella Repubblica Democratica del Congo. La milizia Codeco accusata del massacro.

È di almeno 46 morti il pesantissimo bilancio di un attacco perpetrato all’interno di un campo profughi nella Repubblica Democratica del Congo. Nella notte tra domenica 11 e lunedì 12 giugno un gruppo di persone armate ha fatto irruzione nel sito di Lala, nella porzione nord-orientale della nazione africana.

Case incendiate e persone uccise a colpi di machete in Congo

Secondo quanto indicato da fonti locali, la strage sarebbe stata effettuata dalla milizia Codeco. “Il gruppo è arrivato all’improvviso e ha cominciato a sparare all’impazzata. Alcune persone sono morte all’interno delle loro case incendiate, altre uccise a colpi di machete”, ha spiegato un testimone, secondo quanto riportato dalla stampa internazionale. Tra le vittime ci sarebbero anche 23 bambini.

Il Codeco (Cooperativa per lo sviluppo del Congo) è una milizia di alcune migliaia di uomini presente sul territorio. La stessa organizzazione paramilitare è stata indicata come responsabile di un attacco contro una postazione dell’esercito nel territorio poco distante di Mahagi: anche in questo caso a farne le spese sono stati i civili, con sette morti (cinque bambini e due donne).

Non si placa il conflitto etnico tra Hema e Lendu

Due giorni prima, un altro attentato aveva provocato l’uccisione di dodici persone. E nel solo mese di maggio, secondo le Nazioni Unite, sono più di 50 le persone che hanno perso la vita.

Il Congo è attraversato da un violento conflitto etnico
Il Congo è attraversato da un violento conflitto etnico © Alexis Huguet/Afp/Getty Images

Al di là della matrice, ciò che appare preoccupante è il fatto che il conflitto tra etnie Hema e Lendu nella regione di Ituri non accenna a placarsi. Le vittime tra la popolazione si contano ormai nell’ordine delle migliaia. Più di un milione e mezzo di persone era inoltre fuggito dalle violenze nel periodo tra il 1999 e il 2003. La calma era tornata soltanto dopo l’invio di forze militari europee.

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