Perché tenere i riflettori accesi sulle elezioni nella Repubblica Democratica del Congo

Seggi aperti nella Repubblica Democratica del Congo per le elezioni presidenziali legislative, nel Paese devastato dalla guerra e dalla crisi economica.

Mercoledì 20 dicembre si sono aperte le urne nella Repubblica Democratica del Congo per le elezioni presidenziali, legislative e locali. I primi risultati sono attesi per il 31 dicembre. Secondo la legge elettorale, verrà eletto il candidato che raggiungerà il maggior numero di voti, con anche meno del 50 per cento, senza possibilità di ballottaggio. 

Circa 44 milioni di elettori registrati, su una popolazione totale di circa 100 milioni, sono chiamati a eleggere il loro presidente, così come i deputati nazionali e provinciali e, per la prima volta, i consiglieri comunali. Un’altra novità è che i congolesi della diaspora potranno votare per la prima volta in cinque Paesi: Francia, Belgio, Sudafrica, Stati Uniti e Canada.

Queste sono le seconde elezioni, dopo quelle del 2018, dall’indipendenza del Paese, avvenuta nel 1960. Tuttavia, la situazione interna del Paese complicano lo scenario: dalla crisi economica, a quella securitaria nella regione di Kivu, alla mala gestione della logistica, fino all’accusa di poca trasparenza. Le opposizioni sostengono che ci saranno irregolarità e sospettano che il presidente uscente Felix Tshisekedi abbia preparato i brogli con largo anticipo mettendo i suoi uomini a capo della commissione elettorale e della Corte costituzionale.

I candidati alle elezioni

In 19 si sono candidati alla presidenza della Repubblica Democratica del Congo, ma secondo gli osservatori lo scontro è fondamentalmente tra due. Da un lato abbiamo Felix Tshisekedi alla ricerca del secondo mandato di fronte all’opposizione frammentata. Dall’altra Moïse Katumbi, ricco uomo d’affari e proprietario del TP Mazembe, nota squadra di calcio del Paese, nonché ex governatore della provincia del Katanga.

Tra i candidati troviamo anche Martin Fayulu, arrivato secondo alle elezione del 2018 proprio contro Tshisekedi, gli ex primo ministro Adolphe Muzito e Matata Ponyo Mapon e un outsider, Denis Mukwege, il “medico che ripara le donne” vincitore del premio Nobel per la Pace 2018.

In corsa per la presidenza, dopo il ritiro di Joelle Bille, è rimasta solo una candidata donna, Marie-Josee Ifoku, che in corsa anche alle elezioni del 2018.

La campagna elettorale si è svolta in relativa calma, ma lo Human rights watch ha avvertito che le violenze legate alle elezioni rischiano di compromettere il voto, dopo gli incidenti avvenuti la scorsa settimana tra i sostenitori dei candidati rivali. 

Nel weekend precedente le elezioni, i sostenitori del partito di governo Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (Udps) di Tshisekedi hanno incendiato dei veicoli per protestare contro la campagna di Katumbi a Lubumbashi. Incidenti simili si sono verificati durante il comizio di Katumbi nella città di Muanda, costringendolo a sospendere la campagna elettorale nell’area. Scontri sono stati segnalati anche a Kinshasa nel fine settimana tra gli attivisti dell’Udps e quelli di Fayulu.

L’incidente più grave è avvenuto nella regione di Kivu, dove i candidati alle legislative Sadiki Espoir Ndabuye e Joseph Kasongo Tshomba sono stati assassinati.

La questione della sicurezza e dell’economia

Le elezioni si svolgono in un contesto di insicurezza nella parte orientale del Paese, nella regione di Kivu, dove, a causa del conflitto in corso, i cittadini potranno difficilmente raggiungere le urne.

Per quasi tre decenni, la parte orientale del Paese vive in uno stato permanente di guerra, a causa del conflitto iniziato negli anni ‘90 prima, e ora a causa degli scontri delle milizie, sostenute dalle potenze estere.

 

Anche la situazione economica avrà un ruolo nelle elezioni. Oltre il 60 per cento della popolazione della Repubblica Democratica del Congo vive al di sotto della soglia di povertà, guadagnando 2,15 dollari al giorno, nonostante il Paese sia estremamente ricco di risorse. Il Paese produce oltre il 70 per cento del cobalto mondiale, detiene il 60 per cento delle riserve di coltan  e il 30 per cento delle miniere di diamanti del pianeta.

L’auspicio è che elezioni si impegni a cercar di trovare una soluzione politica alle sfide che sta affrontando il Paese, attraverso negoziati pacifici con tutti gli attori interessate, per evitare soprattutto un conflitto con i Ruanda.

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