La call tra Conte, Costa, Greta Thunberg e gli attivisti di Fridays for future è stata un buco nell’acqua

Delusione dopo la video conferenza di Fridays for future con il primo ministro Conte e il ministro Costa. “Non ci hanno detto nulla di rilevante”.

Erano visibilmente deluse le attiviste e gli attivisti di Fridays for future, il movimento per il clima fondato da Greta Thunberg, dopo la video conferenza con il primo ministro Giuseppe Conte, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e la partecipazione della stessa Greta. Insieme a quest’ultima erano presenti anche le giovani attiviste Adélaïde Charlier, Martina Comparelli, Luisa Neubauer e Laura Vallaro.

“Hanno parlato a lungo, ma non ci hanno detto nulla di rilevante sulla crisi climatica”, ha detto Martina Comparelli durante la conferenza stampa tenutasi via Zoom dopo la call con il presidente. “Ci hanno detto che stanno facendo qualcosa, ma sono allo stesso tempo preoccupati perché potrebbero essere persi molti posti di lavoro”, nostante sia ampiamente dimostrato che la conversione ecologica di interi settori – energetico in primis – possano portare a più posti di lavoro a parità di investimenti.

Gestire la crisi climatica “significa fondamentalmente cambiare il paradigma economico, come viene inteso lo sviluppo e come vengono allocate le risorse finanziare”, ha detto Luisa Neubauer, attivista tedesca. “L’abbiamo ripetuto più e più volte. Sono profondamente scioccata“.

Gli attivisti di Fridays for future Italia delusi per l’occasione mancata

Diversa invece la posizione del presidente del Consiglio Conte che in un tweet dichiara: “Sono contento di aver avuto uno scambio con Greta Thunberg e gli attivisti che danno voce a tanti giovani nel mondo. Abbiamo discusso di come affrontare la crisi climatica attraverso azioni concrete, a livello nazionale, europeo e globale. L’Italia è in prima linea in questa agenda di cambiamento“.

Ma a sottolineare l’evidente delusione degli attivisti, che chiedevano una chiara presa di posizione riguardo la crisi climatica, è ancora una delle attiviste presenti: “Ciò che ci sembra incredibile è che abbiano letto il nostro documento ‘Ritorno al futuro‘ e chiaramente non hanno capito ciò che chiediamo. Non stanno facendo nulla di quello che abbiamo chiesto nella lettera che abbiamo inviato”.

A luglio le giovani attiviste avevano inviato a tutti i leader dell’Ue e del mondo una lettera aperta firmata da quasi 130mila persone con una serie di richieste specifiche. Queste includono lo stop a tutti gli investimenti e sussidi ai combustibili fossili, l’uscita dal fossile, rendere l’ecocidio un crimine internazionale e l’istituzione di budget annuali di carbonio vincolanti basati sui migliori dati scientifici disponibili.   

“Abbiamo provato a parlare di clima”, spiega Neubauer. “Ma è difficile parlare di clima quando l’interlocutore non ne vuole sapere”.

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