
La crescita dell’energia eolica e solare nella prima metà del 2022 ha impedito che venissero emesse in atmsfera 230 milioni di tonnellate di CO2.
In meno di dieci anni i posti di lavoro, i green jobs, sono aumentati di oltre 4 milioni di unità, secondo una nuova analisi dell’Irena.
I posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili continuano a crescere, fino a raggiungere gli 11,5 milioni in tutto il mondo. A rivelarlo è la settima edizione della “Renewable Energy and Jobs – Annual Review” redatta dall’Irena (Agenzia internazionale per le energie rinnovabili), che mostra che i posti di lavoro nel settore sono cresciuti di circa mezzo milione in un solo anno e di 4,2 milioni di unità dal 2012 ad oggi. A guidare questa piccola rivoluzione verde nel mondo dei green jobs è il solare fotovoltaico, con circa 3,8 milioni di posti di lavoro, ovvero un terzo del totale. Non solo, ma investire 1 milione di dollari nelle rinnovabili crea 7,5 posti di lavoro (equivalente a tempo pieno) rispetto ai 2,6 nel settore delle fossili.
“L’adozione di energie rinnovabili crea posti di lavoro e aumenta il reddito locale sia nei mercati energetici sviluppati che in quelli in via di sviluppo”, ha detto in una nota il direttore generale di Irena Francesco La Camera. “Mentre oggi vediamo una manciata di paesi in testa, ogni paese può sfruttare il proprio potenziale rinnovabile, prendere provvedimenti sfruttare le capacità locali per lo sviluppo industriale e formare i propri lavoratori”.
È l’Asia a far registrare il maggior numero di posti di lavoro nel settore delle rinnovabili con un +63 per cento e il 39 per cento di tutta la crescita. Segue l’Unione Europea, con 1,317 milioni e il Brasile, con 1,158 milioni. Da sottolineare che, dopo il fotovoltaico, è il settore dei biocarburanti a trainare il resto del mondo, con 2,5 milioni di unità.
Molti di questi posti di lavoro sono nella catena di approvvigionamento agricola, in particolare in paesi come Brasile, Colombia, Malesia, Filippine e Thailandia, con segmenti industriali ad alta intensità di manodopera. Altri grandi datori di lavoro nel settore delle energie rinnovabili sono le industrie idroelettriche ed eoliche, con quasi 2 milioni e 1,2 milioni di posti di lavoro, rispettivamente.
Anche il settore delle rinnovabili off-grid, particolarmente fiorente in Africa, sta creando posti di lavoro, guidati in particolare dalla tecnologia solare, sebbene le stime precise rimangano scarse e i numeri assoluti siano piccoli per ora, si legge nel rapporto. “L’energia rinnovabile decentralizzata può anche stimolare usi produttivi nelle aree rurali”, scrive l’Irena in una nota. “Questo effetto moltiplicatore di posti di lavoro si vede anche nell’agricoltura e nella trasformazione alimentare, nella sanità, nelle comunicazioni e nel commercio locale”.
La stessa agenzia, nel “Post Covid Recovery”, suggerisce che la maggiore diffusione delle energie rinnovabili, l’efficienza energetica e le relative misure di transizione energetica rappresentano investimenti lungimiranti nel mezzo della crisi provocata dalla pandemia Covid-19. Grazie ad un ambizioso programma di stimolo si potrebbero infatti creare fino a 5,5 milioni di posti di lavoro in più nei prossimi tre anni, rispetto a un approccio business-as-usual. Tale iniziativa consentirebbe inoltre al mondo di rimanere sulla buona strada per la creazione dei 42 milioni di posti di lavoro nelle energie rinnovabili che il Global Renewables Outlook dell’agenzia prevede per il 2050.
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