La Cop28 è finita, ma bisogna essere consapevoli del fatto che il vero test risiede altrove. Dalla disinformazione al ruolo delle città, ciò che conta avviene lontano dai riflettori.
Cop 24, Guterres: “Un fallimento a Katowice sarebbe un suicidio”
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha usato parole durissime contro le nazioni che stanno bloccando le trattative alla Cop 24.
“Nella mia dichiarazione preliminare a questa conferenza, avevo avvertito che i cambiamenti climatici avanzano più velocemente di noi. E che la Cop 24 di Katowice, per questo, deve essere un successo. Eppure i problemi politici principali restano ancora irrisolti. Pur riconoscendo la complessità del nostro lavoro, la realtà è che non abbiamo più tempo da perdere”. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si è espresso con queste parole nel corso della seconda settimana di negoziati che si svolgono in Polonia.
Il dito puntato contro Stati Uniti, Russia, Arabia Saudita e Kuwait
E il riferimento è inevitabilmente alle posizioni assunte da alcuni governi, che hanno dimostrato di non voler accettare le conclusioni dello Special Report 15 dell’Ippc, che ha spiegato quali conseguenze debba aspettarsi il pianeta in caso di aumento della temperatura media globale di 1,5 gradi, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali.
Stati Uniti, Russia, Arabia Saudita e Kuwait, infatti, hanno rifiutato di inserire nella bozza di conclusioni presentata al termine della prima settimana di trattative parole che possano lasciar intendere un sostegno al rapporto dell’Ipcc. “Dobbiamo accelerare gli sforzi per arrivare ad un accordo se vogliamo dare seguito agli impegni assunti a Parigi nel 2015”, ha aggiunto Guterres.
The UN says Secretary General @AntonioGuterres is set to return to #COP24 today to demand a “positive” outcome to climate change discussions. https://t.co/vJlSv7UXPp#energynews #energytransition #environment
— Energy Reporters (@EnergyReporters) 12 dicembre 2018
Ciò in quanto “è molto difficile spiegare a coloro che soffrono per gli effetti dei cambiamenti climatici che non siamo riusciti ad unirci sulle azioni che è necessario effettuare. Occorre un insieme di regole flessibili ma robuste. Una formula che equilibri le responsabilità di tutti i paesi. Giusta ed efficace per tutti”.
Le ong presenti alla Cop 24: “Soltanto poche nazioni stanno agendo seriamente sul clima”
Eppure l’atmosfera che si respira nelle sale che ospitano la Cop 24 nella città polacca resta pesante. “L’Arabia Saudita, la Russia, il Kuwait e soprattutto gli Stati Uniti sono nazioni senza scrupoli”, ha affermato Mohamed Adow, dell’associazione Christian Aid. Ma la realtà è che – come confermato da numerose ong in un comunicato – soltanto qualche nazione ha adottato seriamente una strategia per contenere la crescita della temperatura media tra 1,5 e 2 gradi centigradi entro la fine del secolo”.
Proprio poche settimane prima dell’inizio della Cop 24, non a caso, un rapporto del Climate Action Network aveva ad esempio bocciato senza appello i paesi europei. Affermando che nessuno di loro ha fatto ancora ciò che è necessario per allinearsi all’Accordo di Parigi.
L’Africa chiede al mondo un’assunzione di responsabilità
Anche per questo gli stati africani sono arrivati a Katowice con la ferma intenzione di tentare di smuovere le cose. Al microfono della radio francese Rfi, il rappresentante della Comunità economica dell’Africa centrale, Honoré Tabuna, ha ricordato che “il lago Ciad è passato da un’estensione di 25mila chilometri quadrati, negli anni Sessanta, agli attuali 2.500. Cos’altro deve accadere perché si agisca rapidamente? Occorre stanziare immediatamente il denaro necessario per aiutare le nazioni più colpite”.
For the 1st time in over a decade, world hunger is on the rise, affecting 11% of the global population according to @FAO. See #SDGs examples of how @UN organizations work w/ @theGEF, @GCF_News & countries of #Africa to adapt for #ClimateAction. #COP24https://t.co/aTwg8TMCac
— UN Development (@UNDP) 13 dicembre 2018
Eppure la questione dei 100 miliari di dollari di trasferimenti dai paesi ricchi a quelli poveri per consentire a questi ultimi di adattarsi ai cambiamenti climatici figura ancora tra i nodi da sciogliere. Nonostante lo stanziamento sia stato promesso alla Cop 15 di Copenaghen, nell’ormai lontanissimo 2009. Per ora non si è superata la metà della cifra.
E il tempo stringe. “Perdere l’occasione che abbiamo qui a Katowice – ha concluso senza mezzi termini il segretario generale delle Nazioni Unite – comprometterebbe la nostra ultima possibilità di combattere i cambiamenti climatici. Ciò non sarebbe soltanto immorale. Sarebbe un suicidio”.
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