La Cop28 è finita, ma bisogna essere consapevoli del fatto che il vero test risiede altrove. Dalla disinformazione al ruolo delle città, ciò che conta avviene lontano dai riflettori.
Cop 24, ostacoli e ritardi nella prima settimana di lavori a Katowice
La prima settimana di lavori alla Cop 24 di Katowice, in Polonia, è stata segnata da grandi difficoltà. Manca una leadership forte per salvare il pianeta.
La prima settimana di lavori della Cop 24, la Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite che si tiene a Katowice non sembra lasciar presagire una conclusione positiva. I primi sette giorni di negoziati nella città polacca sono stati infatti contraddistinti da numerosi stalli, ostacoli e rallentamenti.
La prima settimana si chiuderà probabilmente con un testo poco ambizioso
“Pur sapendo che si tratta di un processo lungo e composito – spiega Jacopo Bencini, volontario dell’Italian Climate Network e ricercatore presso il Deutsches Institut für Entwicklungspolitik di Bonn(l’Istituto tedesco per le Politiche di sviluppo a Bonn) – preoccupa il fatto che la prima settimana si chiuderà con un testo che di certo non potremo definire ambizioso. Ci sono problemi su molti temi, soprattutto su quello legato alla trasparenza”.
Here are draft conclusions on the “Warsaw International Mechanism” on “loss & damage”, itself a key political point of contention.
NB within the text how it “notes” the IPCC report on 1.5C, rather than eg “welcomes” or “notes with concern” or etc#COP24https://t.co/UQgJ2dd5My pic.twitter.com/OBzdisIOFQ
— Simon Evans (@DrSimEvans) 7 dicembre 2018
Uno dei nodi più complessi è quello degli Indc (Intended nationally determined contributions), ovvero le promesse di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra avanzate in modo ufficiale dai governi di tutto il mondo prima della Cop 21 di Parigi, nel 2015. All’epoca, già il governo francese aveva ammesso che gli impegni assunti non erano sufficienti. Quindi sono state le ong e le stesse Nazioni Unite a confermare: con quelle promesse si supereranno abbondantemente i 3 gradi centigradi. Mentre l’Accordo di Parigi prevede di rimanere ad un massimo di 2 gradi.
La differenza è enorme: lo Special Report 15 dell’Ipcc ha spiegato che già tra +1,5 e +2 gradi le conseguenze dei cambiamenti climatici sarebbero estremamente diverse. Agire per limitare la crescita della temperatura media è dunque imprescindibile e urgente, eppure i governi non sembrano così pronti all’azione concreta.
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Lo stesso segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres, aprendo la Cop 24, ha affermato senza giri di parole: «La realtà è che i cambiamenti climatici stanno procedendo più velocemente rispetto alle nostre azioni. E le manifestazioni del fenomeno sono peggiori anche delle previsioni scientifiche più gravi. Malgrado ciò, la volontà politica, un po’ ovunque nel mondo, è scemata».
“Ciò che manca qui a Katowice è una vera leadership”
“A Katowice ciò che manca è una vera leadership – prosegue Bencini -. Che ci fossero problemi nei negoziati lo si è capito già martedì quando, prima di cena, c’è stato un incontro tra i capi politici. Normalmente, infatti, nella prima settimana di lavori sono unicamente i tecnici a parlarsi. Ma gli stalli erano talmente tanti che è stato chiesto alla politica un aiuto per andare avanti”. Ad “oliare”, però, non è stato di certo il governo di Varsavia: basti pensare che lo stand della Polonia qui alla Cop 24 è stracolmo di carbone. Hanno perfino installato vetrine con gioiellini fatti in carbone e giochi con i quali ci si possono sporcare le mani. Il tutto sotto allo slogan paradossale “Black to green”.
Sulla questione degli Indc, in particolare, “il dialogo di Talanoa, lanciato alla Cop 23 di Bonn e che teoricamente dovrebbe portare proprio ad una revisione degli impegni dei governi, è stato in realtà interpretato in modo molto diverso da ciascuno stato. C’è chi l’ha preso sul serio e chi molto meno. Il risultato è che ad essersi impegnati per modificare le promesse sono state soprattutto le piccole nazioni, che però in termini di emissioni mondiali di CO2 pesano molto poco. Dai grandi del mondo per ora non sono arrivati fatti concreti”.
#COP24: No single country can solve “its own” #climatechange problem, even if their emissions are reduced to zero. Countries must act together, each doing their #FairShare to protect our shared climate. D/L the report here: https://t.co/JNDCE0Niux #FairShares pic.twitter.com/XJhXKH1sIR — Friends of the Earth ? (@friends_earth) 6 dicembre 2018
Perfino l’Unione europea, che ha presentato un piano per arrivare ad azzerare le emissioni nette entro il 2050, “ha affermato qui a Katowice che però l’Indc presentato nel 2015 non verrà modificato. Eppure è chiaro che se non verranno modificati questi impegni, l’Accordo di Parigi non potrà mai essere rispettato”, osserva il volontario dell’Italian Climate Network.
La protesta dei “gilet gialli” fa dimenticare alla Francia la Cop 24
La sua non è la sola voce piuttosto dubbiosa in arrivo da Katowice. Le ong ambientaliste francesi, ad esempio, hanno affermato di essere preoccupate a causa di ciò che accade sul territorio della loro nazione, alle prese da settimane con la dura protesta dei “gilet gialli”. Da Parigi, almeno per ora, l’unico a spostarsi per la Cop 24 è stato il ministro dell’Ambiente François de Rugy.
Lancement de la #COP24 : nos activistes ont pris la pose à Paris, sur la Seine, pour dénoncer l’inaction de la France sur le #climat. @EmmanuelMacron doit le mettre au cœur des priorités de son gouvernement ! #StopBlahBlah #ActOnClimate Notre analyse ➡️ https://t.co/TGdtvoX5i6 pic.twitter.com/wSBG34bYlz
— Greenpeace France (@greenpeacefr) 2 dicembre 2018
Ma soprattutto, il presidente Emmanuel Macron, che in passato ha affermato a più riprese di sostenere l’Accordo di Parigi, finora non ha neppure menzionato la Conferenza. “La Francia – ha commentato Pierre Cannet, dirigente del Wwf transalpino – avrebbe avuto tutto l’interesse a mobilitarsi al più altro livello”. Ciò nonostante, “notiamo che dal governo non arriva alcun annuncio”, ha aggiunto il network Réseau Action Climat. E l’emittente France Inter fa notare che “se Macron è assente, anche il primo ministro Philippe, la cui presenza era prevista a Katowice, ha annullato lo spostamento”.
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